gettone di Ethereum su sfondo scuro

Il merge di Ethereum era stato presentato dagli analisti come la grande occasione di visibilità che avrebbe permesso a Ether di lasciarsi alle spalle un periodo difficilissimo. I più ottimisti erano addirittura arrivati ad ipotizzare che, grazie alla fusione, Ethereum avrebbe messo in pericolo il primato del Bitcoin.

Il merge si è tenuto lo scorso 15 settembre 2022 e l’operazione è stata un successo. Alla luce di quelle che erano le aspettative, l’evento avrebbe dovuto dar luogo ad un deciso apprezzamento del valore di Ethereum e invece basta guardare il grafico in basso per capire che la fusione non ha minimamente impattato su quello che era il trend della seconda criptovaluta al mondo per capitalizzazione. In queste due settimane successive alla fusione, Ether si è comportata come se l’attesissimo evento non ci fosse mai stato.

Ma diamo un occhio ai numeri per meglio inquadrare quanto avvenuto. Nelle sedute precedenti alla fusione (quindi dal 10 al 13 settembre), Ethereum prezzava sopra i 1700 dollari. Il giorno prima della fusione, quindi il 14 settembre, i prezzi di Ethereum subivano un tracollo a 1.574 dollari. Dopo l’esecuzione (perfetta) del merge è andata ancora peggio.

A seguito delle decisioni di politica monetaria della BCE del 21 settembre, infatti, Ether è crollata in area 1.250 dollari. Oggi Ethereum scambia a poco più di 1300 dollari, vale a dire un valore più basso rispetto a quello precedente alla fusione.

A voler esser cattivi si dovrebbe ammettere che il merge, presentato come il nuovo grande catalizzatore di Ethereum, alla fine ha fatto più danno che utile alla criptovaluta. A voler essere realisti bisogna invece riconoscere che la riuscita del merge era attesa e che quindi, alla fine, la fusione si è trasformata in un non evento per i mercati nel senso che chi doveva comprare lo aveva già fatto prima e, strategicamente, ha poi venduto a seguito dell’operazione.

Insomma la riuscita del merge era già inglobata nelle valutazioni di Ethereum precedenti al 15 settembre e quindi, già dal giorno precedente all’evento, i prezzi sono andati giù. Nelle sedute successive, poi, si è verificato un ulteriore deprezzamento per un motivo molto semplice: la prevalenza della decisione FED di incrementare i tassi su ogni euforia (abortita) per la realizzazione della fusione.

Attenzione al lungo termine

Considerando che sono passate due settimane dall’esecuzione del merge e che in questo lasso di tempo Ethereum si è solo deprezzata, bisognerebbe concludere che è il caso di archiviare la pratica fusione? La risposta è si se si assume come orizzonte il breve termine ma diventa negativa se invece si guarda al lungo periodo. Il merge è avvenuto, è stato un successo, i trader più accorti già sapevano come si sarebbe concluso, ma i benefici della fusione potranno essere toccati con mano solo nei prossimi mesi.

Il nuovo protocollo di cui si è dotato Ether dovrebbe rappresentare l’inizio di una nuova fase che consentirà di risolvere tutte le problematiche precedenti al merge stesso rendendo Ethereum una rete più fruibile per le persone comuni.

Le transazioni saranno più veloci, la stessa rete sarà più sicura rispetto al passato e in ultimo ci sarà una riduzione del del consumo energetico del 99 per cento. Si tratta di tre traguardi fondamentali il cui raggiungimento sarà possibile proprio grazie alla fusione. Avere transazioni più rapide, una rete più sicura e un abbattimento del consumo energetico significherà solo una cosa: la blockchain Ethereum sarà sempre più vicina alla vita reale. Ecco quale è il fattore in grado di fare la differenza sul lungo termine. La realizzazione del merge è stato un evento sfruttato soprattutto in ottica speculativa dai trader più avvezzi a comprare sui rumors e a vendere sulle notizie. La piena implementazione del merge e i conseguenti benefici da essa derivanti saranno un catalizzatore per tutti.

Osservando la situazione da questo punto di vista, si può prendere in considerazione la possibilità di fare trading su Ethereum guardando al lungo termine. Non è necessario comprare fisicamente la criptovaluta visto che è possibile anche operare con strumenti derivati come ad esempio i CFD. Tra l’altro, chi è alle prime armi, può anche usare il conto demo gratuito che broker autorizzati come ad esempio eToro mettono a disposizione per imparare a fare pratica senza rischi.

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In conclusione: grazie al merge su Ethereum adesso di apre la porta alla realizzazione di quella che prima era solo una promessa. Mediante il sistema di applicazioni decentralizzate, entreranno su Ethereum altre valute digitali. Di conseguenza, come esito futuro, è molto probabile che le competitors Solana o Avalanche, siano destinate prima o poi a confluire su Ethereum. Inevitabilmente questa altcoin avranno meno appeal, mentre l’appeal di Ether è destinato a crescere.

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