La scorsa settimana il prezzo del Bitcoin è rimasto quasi fermo. Le quotazioni della criptovaluta, infatti, sono passate dai 26mila dollari di lunedì ai 25800 dollari di domenica con un movimento quasi impercettibile. Una dinamica che non sarebbe neppure una novità visto che la criptovaluta a maggiore market cap è da tempo intrappolata in un range molto stretto.
Tuttavia il dato stupisce perchè la scorsa settimana è stata caratterizzata da una forte tensione sui mercati finanziari a causa della guerra tra Israele e Hamas. Ad avvantaggiarsi di questa situazione sono stati i beni rifugio con gli investitori che sono tornati a speculare sui soliti asset che garantiscono maggiore tranquillità nelle fasi di incertezza. Il “problema” è che Bitcoin viene spesso considerato un asset rifugio ma, stando a quello che abbiamo potuto vedere sui mercati la scorsa settimana, non si è comportato in questo modo. Ancora una volta, quindi, addio parallelismo con l’oro. Il gold, a differenza del Bitcoin, ha chiuso la settimana dai 1840 dollari l’oncia di lunedì ai 1925 dollari l’oncia di venerdì. L’apprezzamento, quindi, c’è stato.
Prezzo Bitcoin e effetti guerra Isreale-Hamas
Durante i periodi di tensione e incertezza, i mercati finanziari tendono ad essere molto complessi. La recente escalation tra Israele e Hamas ha determinato tutta una serie di reazioni da parte dei mercati. Ecco le più significative:
- L’oro come bene rifugio: Il gold tradizionalmente considerato il bene rifugio per eccellenza, poiché la sua stabilità storica lo rende attraente in momenti di incertezza. Gli investitori cercano rifugio nell’oro per proteggere il proprio capitale in periodi di crisi. Nella prima settimana di guerra tra Hamas e Israele, l’oro ha perfettamente assolto a questa funzione.
- Deprezzamento del dollaro: l’apprezzamento dell’oro ha spesso una correlazione inversa con il valore del dollaro. Quando l’oro sale, il dollaro tende a deprezzarsi poiché gli investitori cercano alternative al denaro fiat.
- Comportamento anomalo del Bitcoin: è interessante notare che il Bitcoin, che in passato aveva mostrato una correlazione diretta con l’oro e i mercati azionari statunitensi, abbia subito un deprezzamento in questa situazione. Questo potrebbe essere dovuto a una serie di fattori, tra cui il fatto che il Bitcoin è ancora relativamente giovane e in fase di consolidamento nel panorama finanziario globale. Inoltre, il mercato delle criptovalute è noto per la sua volatilità, il che potrebbe aver spaventato gli investitori durante questo periodo incerto.
Come mai, il Bitcoin non si è mostrato un bene rifugio nel corso di questa fase di crisi? In realtà la questione è più ampia di quello che può sembrare. Negli ultimi anni, la finanza decentralizzata (DeFi) e la finanza tradizionale hanno mostrato una crescente correlazione. Tale correlazione non si è proprio vista la scorsa settimana. Se in passato le criptovalute, e in particolare il Bitcoin, hanno spesso rappresentato un’alternativa agli asset tradizionali, in occasione della guerra tra Hamas e Israele gli investitori sembrano proprio aver scelto asset più consolidati e stabili.
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La mancata reazione del Bitcoin si spiega con l’analisi tecnica?
Abbiamo chiarito come, dal punto di vista dell’analisi fondamentale, la mancata reazione del Bitcoin alla situazione di instabilità, sia quasi del tutto inspiegabile. E se allora fosse l’analisi tecnica a spiegare quello che è avvenuto (o, per meglio dire, non è avvenuto)?
Come si può vedere dal grafico in alto, il prezzo del Bitcoin la scorsa settimana è calato dopo aver oscillato tantissimo in area 28.000 dollari. Ora gli storici recenti, dicono che tale livello è stato respinto dal mercato in più occasioni e di conseguenza è diventato un punto di notevole interesse per gli investitori che potrebbero aver ridotto la loro esposizione aprendo così la strada al ribasso. In pratica la scorsa Ottava ha mostrato quando sia difficile per Bitcoin riuscire a superare la situazione di stallo che durata oramai da agosto 2023. In questo contesto, l’assist rappresentato dalla guerra in Medio Oriente è passato quasi in secondo piano.
Considerando, però, che le criptovalute hanno sempre abituato a una certa volatilità, non è da escludere che questa settimana il quadro per BTC possa invece mutare.
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