I controlli da parte della Guardia di Finanza nel settore delle criptovalute aumenteranno sempre di più in futuro. E’ questo l’altro lato della medaglia del boom delle criptovalute. Il recente rally degli asset digitali, infatti, ha determinato una crescita dell’appeal di tutto il settore con conseguente incremento del numero di piattaforme che consentono di investire in criptovalute.

Come spesso avviene in questi casi il rischio di incappare in truffe è aumentato parallelamente con la crescita dell’interesse degli investitori tanto che il tema della sicurezza è diventato centrale. Per chi come noi si occupa di criptovalute praticamente ogni giorno, la stretta sulle piattaforme non è rappresenta una sorpresa ma anzi è da salutare positivamente visto che consentirà finalmente maggiore chiarezza in questo ambito. E’ da tempo, infatti, che siti come il nostro mettono in guardia gli investitori dal rischio di incappare in truffe nella frenesia di cercare piattaforme per investire negli asset digitali.

Come sito, dinanzi a questo rischio (sempre più alto), abbiamo sempre esorato i lettori a scegliere solo piattaforme autorizzate per fare trading sulle criptovalute. Autorizzate significa iscritte negli appositi registri e sottoposte ai controlli di autorità come la Consob. Un esempio di broker affidabile è eToro (leggi qui la recensione completa), la piattaforma multiservizi che consente di fare trading sulle criptovalute sia direttamente (exchange) che attraverso i CFD. 

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Ma torniamo alla novità di queste ore. Secondo alcune indiscrezioni di stampa, le piattaforme che si occupano di asset digitali avranno l’obbligo di inviare i dati delle operazioni dei clienti con scadenza trimestrale ad un apposito registro. Questo è quanto stabilito in una bozza del decreto in materia che stata presentata dal Ministero Economia e Finanze.

Piattaforme criptovalute: arriva uno speciale registro per i dati

Ma questi dati dove finiranno? Sempre secondo quello che si legge nella bozza del decreto, verrà creato un nuovo registro speciale gestito dall’Oam, ovvero l’ente competente per la supervisione degli elenchi degli agenti. E’ in questo albo che si dovranno registrare le varie piattaforme, in quanto prestatori di servizi finanziari, siano esse exchange o siano esse semplici wallet (i cosiddetti portafogli digitali). L’iscrizione nell’apposito registro diventerà necessaria per poter operare legalmente sul territorio italiano.

Perché la Consob vuole vigilare di più

Ma come mai il MEF sta presentando in considerazione di varare questa stretta? Al di là del motivo che abbiamo citato in precedenza, ossia il boom delle criptovalute, la Consob, con questo registrio, vuole ribadire il proprio ruolo di monitoraggio di tutti i mercati, compreso quello delle criptovalute. La posizione dell’autorità di controllo è destinata quindi a restare centrale anche nella gestione del nuovo registro dedicato alle piattaforme di criptovalute.

Come dicevamo prima, è questa un’evoluzione normale visto che la Consob già oggi controlla i fornitori di servizi finanziari come eToro che, allo stato attuale, sono tra i pochi sicuri al 100% per investire in tutta tranquillità con le criptovalute (qui il sito ufficiale). In più eToro è noto anche per offrire una serie di servizi avanzati come la demo gratuita da 100 mila euro virtuali per fare pratica senza rischi. 

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La necessità di intensificare i controlli è scaturita a seguito del caso Binance, il maggiore exchange criptovalute di tutto il mondo. Come probabilmente ricorderanno alcuni nostri lettori, a febbraio Binance era stata travolta da una class action promossa da un gruppo di investitori sia italiani che esteri e coordinata dalla Lexia Avvocati insieme allo Swiss Blockchain Consortium.

La vicenda era scaturita a seguito di un tweet di Elon Musk con il quale il patron di Tesla annunciava che la sua società aveva investito 1 miliardo e mezzo di dollari in Bitcoin. Come noto la notizia aveva provocato un boom della quotazione della criptovaluta più antica con tantissimi investitori che inziarono a comprare Bitcoin in modo massiccio. Proprio mentre si scatenava questa corsa all’acquisto, Binance sospese l’attività di trading e quindi la possibibilità di accedere al sito. Di fatti la scelta dell’exchange deterninò, stando ai promotori della causa, non solo un disservio ma anche numerose e forti perdite. 

Già all’epoca sulla questione intervenne la Consob. L’autorità di controllo che Binance non ad operare in Italia e invitò gli investitori a prestare estrema cautela nelle operazioni con strumenti correlati a cripto-attività ricordando che essi possono comportare la perdita, anche integrale, delle somme investite.

Registro piattaforme trading: quali dati saranno riportati

Ma quali sono i dati che le piattaforme trading dovranno registrare nell’apposito strumento telematico? In base ai contenuti della proposta di legge dovranno essere inviati per via telematica gli identificativi di tutti i clienti e la sintesi su ogni operazione eseguita dai traders. Tali dati dovranno essere comunicati con cadenza trimestrale.

Obiettivo della Consob è tenere cosi sotto controllo tutte le operazioni di trading e al tempo stesso favorire una scrematura tra i vari exchange e le varie piattaforme impedendo a quelle non autorizzate di continuare ad operare. In pratica l’intento dell’autorità di controllo è impedire ai soggetti non iscritti nel registro OAM di proseguire la loro attività e quindi bloccare tutti i servizi erogati in relazione a criptovalute e portafogli digitali. 

Obiettivo sacrosanto alla luce della forte crescita del settore. L’introduzione del registro e di nuove regole sarà da deterrente alle tante truffe che circolano in rete. Noi, da parte nostra, ripetiamo che il solo modo che oggi c’è a disposizione per verificare la sicurezza di una piattaforme ai criptovalute consiste nella verifica dei dati societari e nella presenze dei numeri di autorizzazione rilasciati dalle autorità di controllo. Requisiti questi che sono rispettati da quello che a tutti gli effetti è uno dei broker più sicuri al mondo: eToro (qui il sito ufficiale)

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