Nella comunità dei crypto-investitori cresce sempre di più la paura che l’attacco repressivo della Cina contro il Bitcoin possa significare la fine della criptovaluta più importante. E’ davvero così? C’è veramente questo rischio? Guardando all’andamento della quotazione Bitcoin nelle scorse settimane, il timore è inevitabile.
Oggi, però, la situazione è decisamente migliore come si può vedere dal grafico in basso che riproduce l’andamento del prezzo del BTC in tempo reale.
La quotazione del Bitcoin, infatti, dopo la pessima scorsa Ottava, ha messo a segno nella giornata di ieri un rally del 7,5 per cento e anche oggi è impostata al rialzo. L’elemento più importante, però, riguarda il confonto rispetto ai minimi di gennaio. Dopo aver bucato al ribasso i 30mila dollari (è stato quello il momento in cui il terrore ha raggiunto il suo picco massimo), è scattato un recupero e oggi il valore del BTC è di ben il 24 per cento sopra ai minimi di gennaio.
Questi “numeri” contribuiscono a scacciare il pessimismo più truce, quello ossia che vede come esito della repressione cinese, la fine del Bitcoin.
Ma a spazzare il campo dagli scenari peggiori, è anche l’analisi condotta da Claire Wilson di Holland & Marie. Secondo l’analista, l’attacco della Cina contro il Bitcoin alla fine renderà le criptovalute ancora più attraenti per gli stessi investitori cinesi. Poichè la normativa cinese è molto rigida per quello che riguarda i controlli sul capitale, i trader cinesi continuranno ad investire in Bitcoin non avendo grandi margini di scelta per operare a causa proprio dell’autorismo del sistema. Vero è che tutte le banche cinesi hanno promesso di non dare più supporto alle transazioni in criptovalute e di collaborare con il nuovo orientamento del governo ma, a conti fatti, effettuare tali controlli non è affatto semplice.
Tirando quindi le somme, la repressione contro il Bitcoin decisa dalle autorità cinesi, rischia di tradursi in un boomerang. Comprare Bitcoin, quindi, continuerà ad essere la strategia di molti investitori. Anzi, considerando gli attuali prezzi a sconto, è possibile che anche altri trader siano attratti da questo settore.
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La Cina non può fermare il Bitcoin (nè vorrebbe farlo)
L’idea che in tanti si sono fatti a seguito della stretta decisa dalle autorità cinesi, è che Pechino punti a bloccare l’avanzata del Bitcoin. In realtà, le autorità cinesi non hanno neppure questa intenzione. Attenti come sono al consenso, i vari organi di potere cinesi non si sognerebbero neppure di andare contro il forte appeal che il Bitcoin può vantare. In poche parole, non ci sono neppure le condizioni per fermare il Bitcoin. Illuminanti, a tal riguardo, le parole di Claire Wilson secondo la quale non si può pensare che Pechino voglia davvero criminalizzare qualcosa che non può imporre.
Ad indurre all’ottimismo ci sono poi anche i precedenti storici. Già nel 2013 la Cina aveva vietato alle banche di gestire criptovalute poichè, all’epoca, per le autorità cinesi il Bitcoin era il nulla. Nel 2017 (intanto si era scoperto che il Bitcoin era tanto!), nuovo intervento delle autorità con stop degli scambi di criptovalute e addirittura la messa al bando delle ICO. A maggio il divieto si è poi allargato con la leva finanziaria che è finita nel mirino.
Mentre ad anni succede tutto questo, il prezzo del Bitcoin ha continuato a salire e le criptovalute sono diventate sempre più popolari. Gli strumenti di investimento si sono perfezionari con i broker online come eToro che hanno lanciato nuovi servizi come ad esempio il Copy Trading grazie al quale è possibile copiare dai traders più bravi.
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Morale del discorso: forse bisognerebbe lasciar perdere il pessimismo congenito e restare ancorati alla realtà. In fondo personalità come Yan Xiao del World Economic Forum, hanno sempre detto che la posizione della Cina sulla criptovalute è stata molto chiara e coerente fin dall’inizio. Perchè quindi meravigliarsi di quanto avvenuto nell’ultima settimana e lasciarsi travolgere dal pessimismo? In fondo quanto successo è stata solo speculazione e adesso si torna a salire (e comprare a questi prezzi conviene).
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