Chi si ricorda le parole di Warren Buffett sul fatto che il Bitcoin fosse veleno per topi? Erano tempi non sospetti quando l’oracolo di Omaha lasciò tuti a bocca aperta con una frase che sarebbe poi passata alla storia: “Il Bitcoin e le criptovalute sono veleno per topi al quadrato”. Un’affermazione molto dura che sintetizzava quelle che secondo Buffett erano le due criticità del BTC: l’essere un’illusione e il fomentare il fideismo di una vastissima schiera di “adepti” ignori del fatto che la loro illusione li avrebbe in un burrone. 

A distanza di tanti anni, oggi noi non sappiamo se Bitcoin è davvero veleno per topi oppure se le parole di Buffett siano state esagerate. Quello che però è certo è che l’espressione coniata a suo tempo dall’oracolo di Omaha è tornata nuovamente in auge. Il sincronismo non deve stupire perchè si torna (vedremo dopo in che termini) a definire il Bitcoin veleno per topi, in un momento in cui il valore del BTC è crollato. Risale a pochi giorni fa, infatti, il ribasso della quotazione del Bitcoin addirittura sotto i 30mila dollari. Come si può vedere dal grafico in basso, oggi il prezzo del BTc scambia sopra quota 30 mila ma è inutile nascondere che la tensione sia alta e soprattutto sia destinata a restarlo.

Bitcoin veleno per topi: il sondaggio di JP Morgan

A considerare il Bitcoin veleno per topi è ben il 33 per cento degli investitori professionali che sono stati intervistati da JP Morgan nell’ambito di un sondaggio sulle criptovalute che la banca ha condotto lo scorso 11 giugno, in occasione della 24esima edizione della Macro, Quantitative & Derivatives Conference.

33 per cento siognifica che un intervistato su 3 ritiene corrette le durissime affermazioni a suo tempo rilasciate sul Bitcoin dall’oracolo di Omaha. 

Il quadro diventa ancora più preoccupante se si considera che a questo 33 per cento bisogna poi sommare un altro 16 per cento di intervistati secondo i quali le criptovalute sono una moda passeggera. Facendo due conti, si può dire che un investitore su 2 abbia una posizione negativa sul Bitcoin e sulle criptovalute. 

Per fortuna c’è l’altro lato della medaglia ossia quel 51 per cento del campione di soggetti intervistati per i quali le criptovalute sono qui per restare. 

Cosa si evince dal sondaggio di JP Morgan? Sicuramente l’assenza di una view dominante. Quello delle criptovalute è un argomento che spaccava ieri che continua a spaccare anche oggi. Le posizioni, infatti, sono estremamente polarizzate tra chi vede nero e chi invece crede che, nel futuro, le criptovalute siano destinate a essere un buon asset per investire. 

In realtà già oggi è possibile investire in criptovalute e a farlo possono essere non solo gli investitori professionisti ma anche i piccoli trader che magari hanno solo poche centinaia di euro a disposizione per fare trading. Il modo più semplice che questi ultimi hanno per operare è attraverso il CFD Trading. Importante è avere cura nella scelta del broker con cui operare puntando su quegli intermediari che offrono strumenti, come ad esempio il Copy Trading eToro, che possono aiutare soprattutto chi è alle prime armi. 

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E le aziende cosa pensano del Bitcoin? 

Fino ad ora abbiamo analizzato quale è il parere degli investitori professinisti su Bitcoin. E le aziende cosa pensano delle criptovalute? C’è una prevalenza di ottimismo oppure a farla da padrone è il pessimismo? Sempre secondo il sondaggio che è stato condotto da JP Morgan, solo il 10 per cento delle aziende intervistate attualmente commercializza o investe in criptovalute. Per ben l’80 per cento delle aziende che non commercializzano in Bitcoin è altamente improbabile che esse possano iniziare a farlo nel corso dei prossimi anni. 

Per l’81 per cento delle aziende intervistate, inoltre, le criptovalute prima o poi saranno costrette a fare i conti con normative più stringenti mentre per il 95 per cento degli intervistati, il mondo dei crypto-asset è troppo spesso caratterizzato da frodi e truffe di ogni tipo.

Di questo siamo consapevoli anche noi di Borsa Inside ed è proprio per questa ragione che, come sanno perfettamente i nostri lettori più attenti, che consigliamo sempre di usare solo broker seri e affidabili per investire sulle criptovalute. Broker, come ad esempio eToro, che non solo offrono un servizio completo per fare trading sui crypto-asset ma che permettono anche di fare pratica con un conto demo gratuito prima di passare al denaro reale. 

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In conclusione: il 62 per cento dei soggetti intervistati da JP Morgan si è detto sicuro che le criptovalute sia una bolla. Il dato è più basso rispetto a quello evidenziato da un precedente sondaggio che era stato condotto da Bank of America secondo il quale per l’81 per cento dei gestori intervistati Bitcoin è arrivato nell’area di una bolla finanziaria pronta ad esplodere. 

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