Google, Apple e Alibaba potrebbero davvero avere presto i loro exchange di criptovalute? Le indiscrezioni su questa ipotesi circolano da alcuni giorni e dividono gli esperti del settore. Una cosa è certa: se davvero i colossi del settore tech dovessero creare degli exchange, allora tutto il settore dei crypto-asset potrebbe subire una nuova accelerazione in avanti entrando in una ulteriore fase della sua evoluzione. E’ proprio per questo motivo che diventa determinante cercare di capire quanto di vero ci sia in queste indiscrezioni. 

La fonte principale su cui si regge l’ipotesi secondo cui Apple, Alibaba e Google potrebbero presto avere dei loro exchange è l’Autorità Monetaria di Singapore (MAS). E’ stato questo ente a rendere noto che circa 300 grosse aziende stanno già operando nel paese asiatico come servizio di pagamento elettronico.

E’ da questa notizia, ufficiale considerando l’autorità della fonte, che sono poi scaturite le ipotesi secondo le quali lo step successivo potrebbbe essere l’apertura di un exchange crypto da parte proprio di alcune queste aziende. Cosa centrano Apple, Alibaba e Google con questa lista di 300 società? La spiegazione è molto semplice: i tre colossi del web sono tra i nomi che più spiccano in questa long list. 

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Exchange per Google, Apple e Alibaba: le ultime notizie 

Ma vediano nel dettaglio cosa c’è scritto nel documento della MAS. Il passaggio più interessante è quello in cui si fa riferimento al fatto che alle 300 società dell’elenco è stata concessa un’esenzione “dal possesso di una licenza ai sensi del Payment Services Act (“PS Act”) per i servizi di pagamento specifici per un periodo specificato“. 

L’esenzione, precisa l’Autorità, terminerà dopo il periodo specificato oppure, nel caso in cui l’ente presentasse una domanda di licenza ai sensi del PS Act, “alla data in cui tale domanda è approvata o respinta da MAS” oppure ritirata dallo stesso richiedente. 

La conoscenza dei riferimenti normativi per capire se davvero Google, Apple e Alibaba potrebbero avere dei loro exchange diventa determinante. Il PS Act è il quadro normativo di Singapore per tutte le aziende che gestiscono servizi relativi agli asset digitali compresi trading e pagamenti elettronici. 

Stando alla situazione attuale, Alibaba non fornisce servizi di e-money mentre a farlo sono sia Google che Apple. Nessuno di questi tre colossi offre attualmente servizi che riguardano i token di pagamento.

Ciò significa che Google, Apple e Alibaba nel caso in cui avessero intenzione di continuare ad operare in questo modo a Singapore, sarebbero tenute a richiedere un’apposita licenza ai sensi del PS Act. Essendo molto probabile che i tre colossi del web abbiano effettivamente l’intenzione di agire in questo modo, non è da escludere che una volta ottenuta questa licenza possano decidere di operare anche come exchange di criptovalute. 

Perchè Google vuole diventare un exchange criptovalute?

Google ma anche Apple e Alibaba oggi sono tantissime cose ma soprattutto offrono servizi in ambiti molto diversi tra loro. La domanda è quindi spontanea: per quale motivo questi tre colossi che già sono presenti in tante aree di business, potrebbero prendere in considerazione la possibilità di diventare anche exchange di criptovalute?

Il motivo è semplice e non è poi tanto diverso dalle ragioni che hanno spinto altri colossi dei pagamenti digitali come ad esempio PayPal ad aprire al trading sulle criptovalute. Tutte queste società stanno entrando nel settore dei crypto-asset poichè sono giustamente attratte dalla possibilità di realizzare nuovi profitti grazie proprio al Bitcoin e alle altre altcoin. 

In pratica questi colossi si comportano come i semplici trader che, attratti dalla grande visibilità delle valute virtuali, decidono di investire attraverso il trading online. Proprio a tal riguardo ricordiamo che vuoi speculare sul settore puoi prendere in considerazione la possibilità di operare con un broker autorizzato come ad esempio eToro che offre un conto demo virtuale da 100 mila euro per fare pratica. 

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Come hanno messo in evidenza alcuni analisti, considerando che colossi come Samsung, MasterCard e Visa sono puntano sempre più ad una integrazione delle critpovalute nell’ambito dei loro sistemi di pagamento, sarebbe strano se Google o Apple non decidessero di fare altrettanto. Il settore è agli albori e colossi come quello di Mountain View non si possono permettere di perdere questa occasione. E’ per questo motivo che la possibilità che la triade citata (Apple, Alibaba e Google) possa avere un proprio exchange autonomo e di proprietà è molto alta.

C’è un ultimo segnale a sostegno di questa ipotesi: Google ha recentemente riammesso la pubblicità sulle criptovalute in Usa. Rispetto al passato, però, la possibilità di fare advertising sui crypto-asset è soggetta a precisi limiti: possono farsi pubblicità solo le aziende che sono registrate presso la FinCEN americana. 

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