L’Euro Digitale al centro di un discorso che il membro italiano del consiglio direttivo BCE Flavio Panetta ha tenuto dinanzi alla Bundesbank lo scorso 27 novembre.
Panetta ha anzitutto chiarito perchè l’EuroTower e le altre banche centrali non possono restare indifferenti dinanzi al rischio che i colossi tecnologici possano introdurre monete digitali il cui obiettivo è quello di sostituirsi alle valute tradizionali. Secondo Panetta, in assenza di regolamentazione i colossi tech potrebbero sollevare rischi considerevoli anche dal punto di vista economico e sociale, limitando, invece di espensare il diritto di “scelta dei consumatori”. Secondo il membro BCE, monete come la Libra di Facebook potrebbero “aggravare il rischio che le informazioni personali vengano utilizzate in modo improprio per scopi commerciali o di altro tipo, mettendo a rischio la privacy e la concorrenza“.
Questo il contesto alla luce del quale è maturata, in seno alla BCE, l’idea di lanciare un Euro Digitale. Facendo il punto sull’andamento dell’iter, Panetta ha affermato che entro il prossimo mese di gennaio sarà conclusa la fase di ricognizione con la pubblicazione dei dati raccolti .
Obiettivo è essere pronti ad introdurre l’Euro Digitale nel caso in cui fosse necessario. Un provvedimento che avrebbe come effetto una maggiore visibilità anche del Bitcoin e quindi la possibilità di investire attraverso i CFD (qui la demo eToro).
Ma quale sarebbe la differenza tra l’Euro digitale emesso dalla BCE e le altre criptovalute e stablecoin private?
Secondo Panetta l’Euro digi tale garantirebbe altissimi livelli di privacy rispettando le regole “contrasto alle attività illegali e eviterebbe di interferire con le politiche delle banche centrali“.
Inoltre il nuovo asset si configurerebbe come mezzo di pagamento e non una forma di “investimento che compete con altri strumenti finanziari“.
Per finire, a differenza dei soggetti che emettono stablecoin, la Bnaca Centrale Europea non avrebbe come obiettivo quello di ricevere depositi di euro in cambio di moneta digitale.
Tirando le somme, il nuovo asset sarebbe progettato al fine di “essere interoperabile con soluzioni di pagamento private e rappresenterebbe quindi la ‘materia prima’ che gli intermediari vigilati [dalla Bce e dalle banche centrali] potrebbero utilizzare per offrire soluzioni di pagamento front-end paneuropee“.
Insomma l’Euro digitale sarebbe qualcosa di molto diverso dalle criptovalute tradizionali.
Euro Digitale: le origini
Fino a pochi mesi fa, Euro Digitale era un’espressione che, concretamente, voleva dire ben poco. Un termine di uso giornalistico o al massimo un’aspirazione ad un obiettivo: quello di una criptovaluta emessa e controllata dalla BCE (quindi priva della natura che caratterizza le criptovalute attuali a partire dal Bitcoin).
La decisione della Cina di accelerare le tempistiche per la creazione di quello che è stato ribattezzato come Yuan Digitale e l’emergenza coronavirus, hanno spinto l’EuroTower a rompere gli indugi e a lavorare per la creazione di un Euro Digitale che si andrà ad affincare alla Moneta Unica tradizionale.
Semplici voci di corridoio? Assolutamente no perchè oggi c’è addirittura la conferma che nel futuro sul mercato ci sarà davvero un Euro Digitale per consentire gli scambi digitali in un mondo che è oramai in rapida trasformazione.
La notizia della criptovaluta BCE (Euro Digitale) potrebbe anche condizionare l’andamento delle crypto tradizionali (per sfruttare possibili variazioni puoi usare il CFD Trading scegliendo un broker autorizzato come Plus500 (qui la recensione) che ti offre la demo gratuita per imparare a comprare e vendere BTCUSD).
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Il successo delle criptovalute unito alla necessità di dare regole certe al settore, ha quindi ufficialmente condizionato anche la Banca Centrale Europea.
In un comunicato che è stato diffuso dello stesso EuroTower si può leggere che l’Euro Digitale entra a pieno titolo nell’agenda della banca centrale anche se, ad oggi, il Consiglio Europeo non ha ancora assunto una decisione precisa sull’argomento. Obiettivo di fondo è quello di dare vita a una valuta digitale che sia i cittadini che le attività economiche dell’area Euro potranno usare per i pagamenti online. L’Euro Digitale avrebbe corso parallelo a quello fisico. In pratica si tratterebbe di uno strumento ideato e regolato per meglio presidiare l’area digitale introducendo maggiore sicurezza sulle transazioni che avvengono in questo comparto.
Euro digitale conseguenze sul Bitcoin
Non serve essere degli esperti di finanza, per capire che l’arrivo dell’Euro Digitale potrebbe incrementare anche l’appeal sul settore delle criptovalute. In poche parole il prezzo del Bitcoin (grafico in basso) potrebbe crescere ancora poichè per il settore crypto in genere si tratterebbe di una legittimazione (in cambio di più regole).
Comprare Bitcoin oggi per puntare su un rialzo dei prezzi grazie all’arrivo dell’Euro Digitale può essere una buona idea per investire. Ma se anche non vuoi acquistare fisicamente BTC puoi sempre sfruttare il driver Euro Digitale o criptovaluta BCE operando con il CFD Trading. Scegliendo un broker autorizzato come eToro (qui le opinioni) avrai la demo gratuita e anche la possibilità di copiare dai traders più bravi grazie al Copy Trading.
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Euro Digitale quando ci sarà?
Quando verrà immesso sul mercato l’Euro Digitale? Le ultime notizie confermano che l’iter non sarà affatto lungo. Il prossimo 12 ottobre la BCE ha in programma una consultazione pubblica “per confrontarsi con i cittadini il mondo accademico, il settore finanziario e le autorità pubbliche”.
Obiettivo è quello di creare un Euro Digitale perfetto in modo tale da garantire il massimo livello di sicurezza possibile. Non si tratta solo di tutela le finanze di imprese e famiglie ma anche di salvaguaradre e rafforzare la stabilità finanziaria e monetaria dell’Eurozona. Porta chiusa alla speculazione, quindi, e utilizzo dei lati positivi delle criptovalute per l’interesse dell’Europa eliminando debolezze che pure caratterizzano gli attuali crypto-asset.
In poche parole l’Euro Digitale non dovrà essere uno strumento a vantaggio della speculazione finanziaria ma sarà solo uno strumento di pagamento. Porta chiusa, quindi, alla speculazione.
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