Conoscere Tether? Anche per molti esperti in criptovalute questo nome non dice assolutamente nulla. Eppure Tether ha un record invidiabile a livello globale: si tratta, infatti, del sistema di pagamento digitale più diffuso al mondo. Questo primato, quindi, non appartiene nè al Bitcoin, come potrebbero credere i paladini ad oltranza delle criptovalute, nè a PayPal come invece potrebbero credere tantissimi fruitori del sistema di pagamenti digitali campione di eBay.
Ma perchè stiamo parlando di Tether? Il motivo è semplice: questo sistema di pagamenti non è asiatico o americano me bensì italianissimo. Il padre di Tether è Giancarlo Devasini. E’ lui, in qualità di CFO di Bitfinex, exchange di criptovalute che si occupa della produzione di Tether, ad aver condotto questo sistema di pagamenti verso l’importante primato.
A sancire la vittoria di Tether nella classifica dei sistemi di pagamento digitale più diffusi al mondo, è stato un report della società Coinmetrics. Secondo questa analisi, giorno 20 agosto la media ponderata a 7 giorni degli scambi su Tether ha toccato quota 3,55 miliardi di dollari, ben il 20 per cento in più rispetto alla performance del Bitcoin (come sistema di pagamento).
Quello stesso giorno, il noto economista John Paul Koning ha rilevato come, stando ad un report sul secondo trimestre 2020, il valore medio dei trasferimenti giornalieri su PayPal fosse stato pari a 2,94 miliardi, livello più basso rispetto al valore degli scambi di Tether.
Dinanzi a questo importante riconoscimento, la società di Devasini ha precisato che il successo di Tether è frutto dell’attuale situazione economica e della tendenza a cercare sistemi di pagamento alternativi rispetto a quelli tradizionali. “In tempi incerti, la semplicità d’uso, la sicurezza e la disponibilità delle valute digitali si fanno notare. La gente cerca alternative agli antiquati sistemi bancari e di pagamento” ha affermato la società di Devasini in un comunicato.
Insomma altro che Bitcoin e Paypal: il sistema di pagamenti digitali più diffuso al mondo è lo sconosciuto Tether che addirittura parla anche italiano.
Tether cosa è?
Ma cosa è Tether? Tecnicamente si tratta di una stablecoin ossia di una particolare criptovaluta il cui valore è legato al dollaro Usa. Questo significa che mentre il Bitcoin risente dei movimenti del mercato, stablecoin come Tether riescono a mantenere stabile il loro valore. E’ grazie a questa caratteristica che Tether si è rivelato “ideale” nel corso della recente crisi causata dalla pandemia di coronavirus ed è sempre per questo motivo che Tether ha praticamente sfondato in tutti quei mercati, come ad esempio quello asiatico, dove si scambiano criptovalute.
Praticamente i trader invece di cambiare i loro asset in dollari o altre valute che poi dovrebbero essere depositati in banca, li cambiano in Tether che vengono custoditi nei portafogli virtuali in attesa di tempi miglioir per il cambio. Il primato di Tether, quindi, deriva dal fatto che è molto utilizzato non tanto dai privati (come invece è il caso PayPal) ma dai criptomercati.
Chi è Giancarlo Devasini di Tether?
Dopo aver chiarito cosa è Tether possiamo passare alla seconda domanda: chi è Giancalo Devasini? Alcuni mesi dopo il suo lancio ufficiale, si è scoperto che dietro Tether c’era un exchange di criptovalute, Bitfinex, di cui CFO era l’italiano Giancarlo Devasini. Questa volta il nome dirà certamente qualcosa a chi è solito investire in criptovalute. Bitfinex, infatti, è la più grande piattaforma di trading di Bitcoin al mondo. Peccato però che Bitfinex, come messo in evidenza da BusinessInsider, abbiamo una struttura societaria di impronta offshore che va dalle Isole Vergini a Hong Kong.
Le brutte notizie non finiscono qui perchè il noto sito di informazione finanziaria Bloomberg ha affermato che il modo con cui Tether viene gestito è poco chiaro e tutto sembra avere la conformazioni di una scatola nera. Facciamo ancora un paragone con Bitcoin. Come noto BTC non appartiene a nessuno anche se tutti possono comprare Bitcoin. Viceversa Tether è emesso da una compagnia privata che ha sede a Hong Kong e i cui proprietari sono anche detentori dello scambio crittografico Bitfinex.
C’è poi un secondo problema di metodo. Il meccanismo attraverso il quale Tether viene aumentato e diminuito non è chiaro. Tether non viene controllato da terzi e quindi il fatto che la stessa stablecoin abbia rivelato ad aprile che il “74 per cento dei Tethers è coperto da contanti e titoli a breve termine, mentre in precedenza aveva affermato di avere una riserva del 100 per cento” non induce certamente alla tranquillità.
C’è poi un altro problema, il più preoccupante che potrebbero essere anche fatale. Ad aprile 2019, il procurato generale di New York ha mosso pesanti accuse all’exchange Bitfinex per aver usato i fondi di Tether per coprire perdite complessive per 850 milioni di dollari. La sentenza definitiva è attesa tra pochi mesi. Ebbene se le accuse dovessero essere confernate allora Tether non avrebbe più senso di esistere. C’è una regola inderogabile quando di parla di stablecoin. Esse devono possedere riserve dello stesso valore della loro capitalizzazione in valuta fiat altrimenti non possono essere stabili. Se le accuse contro Tether dovessero essere confermate, allora questo principio verrebbe meno e verrebbero meno anche le garanzie agli investitori.
Insomma, Tether è si il sistema di pagamento digitale più diffuso al mondo ma, a differenza di Bitcoin e di Paypal, presenta delle insidie.
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