In Cina arriverà presto una criptovaluta di Stato? E’ questo ciò in tanti si chiedono in scia alle tante indiscrezioni che negli ultimi tempi stanno circolando in merito all’imminente arrivo di quello che è stato già definito come Yuan digitale. Ma cosa c’è di vero in tutto questo? Quale è il confine tra rumors e notizia reale? In questo articolo proveramo a fare il punto della situazione. Inoltre ti forniremo anche le prime indicazioni su come funziona lo Yuan digitale cinese (anche se sarebbe più opportuno dire come funzionerebbe visto che ancora mancano le notizie ufficiali).
Prima di scendere, però, una puntualizzazione. Non è solo la Cina a pensare ad una criptovaluta di Stato. Forse Pechino è stato tra le prime ad avanzare questa ipotesi ma molte altre banche centrali stanno lavorando ad uno scenario simile. Per conoscere gli istituti centrali che presto potrebbero emettere una criptovaluta di Stato non serve andare molto lontano visto che la stessa BCE, come riferito in questo articolo, starebbe pensando ad un suo Bitcoin.
Yuan digitale: le opinioni di UBP
A fine giugno 2020, l’analista Anthony Chan, Chief Asia Investment Strategist di Union Bancaire Privée (UBP), ha pubblicato un’interessante analisi sul cammino della Cina verso lo Yuan Digitale fornendo tante utili informazioni. L’esperto ha ricordato che l’idea di lanciare una moneta digitale gestita dallo Stato (o e-RMB) risale al lontano 2014 anche se è solo negli ultimi mesi che il governo è passato dalle parole ai fatti.
Dal punto di vista tecnico, lo yuan digitale dovrebbe essere custodito in un portafoglio digitale e non in un conto bancario. Di conseguenza le transazioni digitali verrebbero effettuate tra due portafogli digitali senza quindi che si sia il coinvolgimento di banche e carte di credito.
Il progetto della Cina è strutturato su 3 livelli livelli: al vertice ci sarebbe la PBoC al vertice e al secondo livello le banche. Nonostante teoricamente questo progetto non dovrebbe coinvolgere le banche, l’esperto ha ricordato che le banche dominano tutto il sistema e altro non sono che il braccio operativo della banca centrale. Il terzo livello è ovviamente rappresentato dagli utenti commerciali.
Stando alle previsioni, l’e-RMB ha tutte le caratteristiche per raggiungere i 225 milioni di cinesi che ad oggi non hanno un conto in banca o che vivono in aree rurali. Tra l’altro già da tempo parte degli stipendi pubblici viene pagata con denaro virtuale.
Come dimostrato da molti segnali, la Cina da tempo guarda con preoccupazione al monopolio sulla moneta digitale da parte dei giganti tech. Andando a ritroso nel tempo, correva l’anno 2013 quando un fondo monetario offerto tramite Alipay, Yu’E Bao, era diventato così popolare da diventare il secondo fondo al mondo.
Il successo del fondo mise in allarme la banca centrale cinese che già allora iniziò a prendere in considerazione la possibilità di varare uno Yuan Digitale.
Questa però è storia. Il vero banco di prova sarà la reazione dei cinesi (per tradizione molto aperti alle novità digitali) alla nuova criptovaluta di stato. I consumatori saranno scoraggiati dal potere statale che si cela dietro e-RMB oppure si limiteranno a guardare alla sua convenienza?
Per la banca centraole cinese, l’obiettivo più ambizioso dell’e-RMB potrebbe essere il supporto all’internazionalizzazione del RMB che si è da tempo impantanata a causa della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.
Una cosa è certa: l’eventuale lancio dello Yuan Digitale sarebbe un assist assist importante anche per chi sceglie di investire in criptovalute attraverso strumenti derivati come i Contratti per Differenza. Non è la prima volta che news sulle criptovalute di stato vengono interpretate dai crypto-investitori come segnali del crescente interesse verso il settore. Comprare Bitcoin in scia a queste notizie, quindi, è una buona idea come lo è investire su BTCUSD attraverso il CFD Trading scegliendo un broker affidabile come eToro (leggi qui la recensione).
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Yuan digitale le ultime news
Si intensificano i test del governo cinese sulla moneta digitale. A metà ottobre (questo l’aggiornamento più recente), nella metropoli hi-tech di Shenzhen è stato condotto un esperimento sulla valuta digitale destinato ad entrare nella storia per le dimensioni del campione di popolazione coinvolto nell’operazione.
A ben 50 mila volontari sono stati distribuiti 200 yuan in valuta virtuale. Ad ognuno dei 50mila cittadini coinvolti nell’operazione sono stati dati sette giorni per spendere la cifra in uno dei 3 mila negozi abilitati del quartiere di Luohu. Al termine della settimana risultavano essere stati spesi 8,8 milioni di yaun vale a dire oltre un milione di euro. Il dato è importantissimo poichè conferma che la Cina è ad un passo dall’introduzione della valuta digitale di stato.
Il renminbi digitale o Yuan Digitale è sottoposta al controllo della banca centrale cinese, la Banca del Popolo, ed è oggetto di scambi sui circuiti ufficiali. Obiettivo della valute è sostituire parte del contante in circolazione in modo tale da rendere più controllabili i flussi di denaro.
Secondo gli esperti quanto avvenuto negli ultimi giorni, conferma che l’attività di sperimentazione ha subito una vera e propria impennata causata anche da fattori geopolitici. La Cina ha infatti paura che gli Usa possano usare la forza del dollaro come strumento per il boicottaggio della Cina. Secondo i dirigenti cinesi, avere a disposizione un renminbi digitale con le relative infrastrutture di pagamento alternative allo Swift, potrebbe essere di aiuto nel processo di internazionalizzazione dello Yuan.
A differenza di tante altre banche centrali, quindi, la Banca Centrale Cinese è decisamente avanti nelle operazioni di lancio di una sua criptovaluta.
A questo importante traguardo si è arrivati dopo che già ad aprile le autorità monetarie di Pechino avevano condotto dei test in ben 4 città. Le verifiche, in questo caso, erano state eseguite attraverso un’app e avevano spalancato la porta ad indiscrezioni di ogni tipo sull’oramai imminente arrivo dello Yuan digitale.
Ad aprile i rumors erano stati talmente forti da spingere la Banca Centrale Cinese a scendere in campo confermando la conduzione di test con un’app.
Già allora la notizia dei test non aveva scadalizzato nessuno anche perchè la Cina è un paese che da tempo utilizza in modo massiccio app per i pagamenti. Sistemi di pagamento digitale come Alipay, ad esempio, sono molto diffusi in Cina e quindi una criptovaluta di Stato incontrebbere il favore della popolazione.
Le ultime notizie di aprile sullo Yuan digitale cinese riportano i nomi delle città coinvolte nel test condotto con l’app. Tra le metropoli interessate non c’è Pechino ma ci sono Shenzhen, Suzhou, Chengdu e Xiongan. Sempre secondo le ultime news in merito, le istituzioni commerciali che hanno partecipato al test hanno dato alla Banca centrale una garanzia in denaro tradizionale. Tale garanzia si è resa necessaria per prevenire l’eventuale inflazione che potrebbe derivare da una vendita eccessiva.
In questo contesto l’epidemia di coronavirus ha svolto un ruolo di accellerante. Con l’arrivo della pandemia, infatti, le autorità hanno incrementato i test per il lancio dello Yuan digitale cinese tanto che ora si parla di una criptovaluta di stato sul mercato già nel 2021.
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Ovviamente le criticità non mancano e il cammino per lo Yuan digitale non è affatto in discesa. Secondo il Digital Currency Research Institute della Banca centrale cinese, prima di arrivare all’immissione in circolo della criptovaluta sarà necessario attendere alcuna a lungo in quanto vanno prima verificate e risolte tutte le criticità potenziali.
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