A causa dell’emergenza coronavirus si sono moltiplicate le truffe sulle criptovalute. La Commodity Futures Trading Commission (CFTC) americana giorno 19 marzo ha diramato una nota con la quale vengono messi in guardia gli investitori Usa dal rischio di incappare in uno dei umerosi raggiri che, sfruttando la paura per le pesanti conseguenze economiche del coronavirus, circolano in queste ultime settimane su internet.

Secondo la CFCT, truffatori senza scrupoli, facendo leva sulla paura per la diffusione del Covid-19, manipolano le emozioni delle vittime portando molti ignari investitori ad effettuare depositvi su siti che apparentemente sembrano consentire di investire in criptovalute mentre nella realtà sono solo truffe. 

Su questo sito abbiamo sempre messo in guardia dalle truffe sul Bitcoin e abbiamo invitato i nostri lettori ad usare solo i migliori broker Forex e CFD per fare trading sui crypto-asset. Un esempio di broker affidabile è eToro che, oltre a mettere a disposizione il conto demo gratuito, permette anche di copiare dai traders più bravi attraverso il Copy Trading. Se vuoi prendere la tua demo eToro gratuita non devi far altro che cliccare sul link sottostante. 

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Truffe criptovalute: è allarme CFCT

Nelle ultime settimane, proprio mentre la paura per la diffusione della pandemia di Covid-19 cresceva, alla CFCT sono arrivate tantissime segnalazioni riguadanti truffe sulle criptovalute. Lo schema adottato da questi malviventi è sempre il solito e fa leva sulla promessa di ottenere grandi guadagni in poco tempo e in modo estremamente facile. Cambiano quindi i nomi rispetto al passato ma a non cambiare è la sostanza. Se fino a pochi mesi fa le truffe si chiamavano Bitcoin Trader o Bitcoin Evolution, adesso i nomi sono diversi e puntano tutto sull’effetto paura creato dal coronavirus. 

Forse a causa del clima di emergenza creato dalla pandemia, la cattiveria dei truffatori digitali sembra essere addirittura aumentata. La CFCT ha rilevato come molti siti truffa forniscano ai poveri malcapitati dati falsi che fanno vedere rendimenti enormi e inesistenti. Obiettivo di questi dati fasulli è convincere gli investitori a versare ancora più denaro. 

Secondo alcune segnalazioni in questi ultime settimane i meccanismi delle truffe si sono perfezionati ancora di più: alle ignare vittime che vogliono prelevare i loro profitti viene chiesto il pagamento di commissioni e poi di tariffe e tasse che non stanno nè in cielo nè in terra. Obiettivo: ripulire il conto dei malcapitati.

Oggi più che mai l’invito è sempre lo stesso: restare alla larga da quei siti che non indicano con chiarezza quelle che sono le spese per operare

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Nuove truffe criptovalute viaggiano su Tinder

Nuove truffe sulle criptovalute sono state scoperte su Tinder. A darne notizia è stato il sito Esquire, che ha svelato un raggiro ben organizzato avente ad oggetto proprio le criptovalute. 

In pratica un profilo asiatico femminile avvia dialoghi attraverso la chat interna di Tinder. Successivamente lo stesso profilo convince le vittime designate a proseguire la conversazione su WhatsApp o su altri canali. Il dialogo sembra essere 100% naturale anche perchè il profilo femminile asiatico ogni tanto invia anche foto me video che sembrano essere molto credibili. 

L’impressione, come raccontato dal sito Esquire che cita la testimonianza di un italiano che è incappato nel raggiro, è che, dopo il primo contatto su Tinder, i truffatori abbbiano in qualche modo raccolto delle informazioni sulla vittima designata per far risultare il dialogo il più normale possibile. 

Perlomeno all’inizio la nuova truffa su Tinder sembra essere quasi un porno-ricatto con la sola differenza che non ci sono tentativo di compiere atti sessuali per poi procedere alla classica estorsione ma solo una serie di consigli per spingere ad effettuare un investimento su una sedicente criptovaluta. In pratica la vittima agganciata viene persuasa ad investire in criptovalute praticamente sconosciute. Per rendere più credibile la truffa, i malfattori che operano su Tinder si vantano di avere contatti presso autorità di controllo sul settore crypto e quindi di avere informazioni riservate. 

I tempi della truffa sono molto lunghi tanto che le vittime disegnate vengono pressate per alcune settimane. Dopo aver creato il terreno ideale, gli ideatori del raggiro passano quindi alla fase due ossia alla truffa vera e propria inviando un link al povero malcapitato che da settimane viene pressato ad investire in criptovalute sconosciute. 

La truffa è tutta in quel link. Il sito che si apre, ovviamente malevolo, non contiene Bitcoin da comprare ma solo un meccanismo che estorce tutti i dati sensibili, come le informazioni personali, della povera vittima. 

Il sito malevolo è approssimativo ed è realizzato in modo molto spartano. La criptovaluta che viene pubblicizzata in  questo sito si chiama CTC, un nome che non dice praticamente nulla agli esperti in crypto-asset. E’ per questo motivo che la truffa su Tinder si rivolge ad un target ben preciso di vittime ossia soggetti che sono interessati ad investire in criptovalute ma che non hanno conoscenza alcuna del trading.

E’ proprio per questo motivo che, da conoscitore del mondo delle truffe sulle criptovalute, ti consiglio sempre broker affidabili per investire come ad esempio eToro. 

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Truffe criptovalute: Consob chiude siti pirata

Da quando la Consob ha assunto il potere di chiudere i siti pirata che raccolgono denaro senza alcuna autorizzazione, sono stati realizzati oltre 100 interventi sanzionatori. L’ammontare degli interventi decisi da Consob è consistente se si considera che l’autorità di controllo sui mercati è stata dotata di questo potere solo alla fine dello scorso mese di luglio.

Il numero dei siti chiusi e la ristrettezza dell’arco temporale di intervento lascia intendere che il fenomeno dei siti pirata che raccolgono denaro senza alcuna autorizzazione sia molto alto. 

A conferemare questa impressione ci sono le parole di ieri del presidente della Consob Paolo Savona. L’economista, nel corso di un intervento all’istituto Adriano Olivetti realizzato in ricordo del compianto Giorgio Valeriano Galloni, ha affermato che il numero di persone che affidano i loro soldi a siti internet sui quali non c’è alcuna garanzia è incredibilmente alto. Sono tantissimi gli italiani che investono attraverso il web senza adottare alcuna precauzione e soprattutto senza neppure verificare l’identità e l’affidabilità del sito.

Tutti i siti chiusi, ha aggiunto il presidente della Consob, promettevano guadagni molto consistenti senza rispettare in alcun modo, la normativa vigenge. Essendo siti illegali, ha poi proseguito Savona, sono stati poi chiusi dalle autorità. 

La stragrande maggioranza dei siti chiusi altro non erano che truffe sulle criptovalute. I crypto-asset, quindi, si confermano essere al centro di truffe e raggiri di ogni tipo. Su Borsainside, nei mesi scorsi, ci siamo spesso occupati delle truffe sul Bitcoin affermando che per ogni siti che viene scoperto, ve ne sono altri che, prima di essere chiusi, rastrellano i risparmi di ignari italiani che vengono ammaliati con la scusa di ottenere guadagni consistenti con pochi click e uno sforzo minimo. Ci sono alcuni casi di truffe sulle criptovalute che hanno fatto scuola come ad esempio il celebre Bitcoin Trader o il Bitcoin Evolution e così via. Appena alcune settimane fa era il noto programma di Canale 5 Striscia la Notizia ad occuparsi del controverso caso Dax1001.

Ho fatto questi esempio per evidenziare che sicuramente, come affermato da Paolo Savona, le truffe sulle criptovalute e più in generale i casi di siti pirata che raccolgono il denaro di risparmiatori senza avere alcuna autorizzazione a farlo, sono molto frequenti.

Ricordo che per evitare di incappare in truffe sulle criptovalute è necessario conoscere bene l’argomento e sapere quali sono i modi legali per investire in crypto-asset. A tal riguardo ricordo la nostra guida su come comprare criptovalute, guida pratica su acquisto Bitcoin e altcoin

Nel corso del suo intervento Savona ha ribadito quella che è la sua linea sulla questione. I casi di truffe sulle criptovalute ci saranno sempre fino a quando le cypto non diventeranno pubbliche. E’ proprio l’assenza di regolamentazione sul settore che favorisce e continuerà a favorire le zone d’ombra e quindi anche i raggiri.

Il presidente della Consob ha affermato che per sua struttura la moneta possiede tre caratteristiche ossia per definizione deve essere un mezzo scambio, un serbatoio di valori e un mezzo liberatorio dei debiti. Questi siti affermano di dare moneta elettronica in cambio di moneta reale. Ma chi paga il debito che si crea per fare gli investimenti? Chi garantisce tutto il sistema?

Savona ha quindi semplificato: “Se io ho un debito con te mi accetti i token di una delle 80 imprese americane Ico (Initial coin offering) che si sono finanziate e che non funzionano più? Chi garantisce che la moneta ha valore di scambio, liberatorio nei pagamenti, non può essere che lo Stato“.

Secondo il presidente della Consob è necessario fare presto perchè la tecnologia non può essere fermata. 

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