La notizia ha iniziato a circolare nelle scorse settimane e ha creato non poche preoccupazioni tra i crypto-traders: la Cina sta studiando il lancio di una sua criptovaluta. Secondo l’opinione di molti esperti una criptovaluta cinese avrebbe come effetto la destabilizzazione dell’intero settore delle monete virtuali. Ovviamente, come avviene nella più tipica tradizione cinese, nulla è dato sapere sulle caratteristiche della criptovaluta di stato che la Cina presto potrebbe immettere sul mercato. Il fatto che ci sia questo alone di mistero e incertezza non fa altro che alimentare, ancora di più, timori di ogni tipo. Insomma la criptovaluta cinese sta già terrorizzando i crypto-traders!

A voler essere più precisi, comunque, di una criptovaluta di stato (cinese) si era parlato già un anno fa. In quella circostanza si disse che il nuovo progetto si sarebbe basato sulla tecnologia blockchain. Le fonti dell’epoca si limitarono ad affermare che la nuova criptovaluta sarebbe stata sostenuta del governo cinese. Un appoggio da parte di Pechino al progetto, oggi come un anno fa, significa solo una cosa: la nuova criptovaluta sarà quella ufficiale della Cina. In pratica, a progetto concretizzato, si avrebbe una criptovaluta di Stato (che non è proprio il massimo della coerenza visto che le crypto nascono come strumento pagamento decentrato).

Rispetto alle notizie di un anno fa, però, oggi sappiamo qualcosa in più. Alla fine del mese di ottobre, a margine del Bunf Financial Summit 2019 di Shanghai, il vicepresidente del China Center for International Economic Exchanges ha svelato due dettagli importanti: Pechino è al lavoro ad una sua criptovaluta di stato da ormai 5 anni (erano quindi vere le indiscrezioni circolate un anno fa) e l’iter per il lancio della crypto cinese è è quasi completato. Il vicepresidente ha poi aggiunto, con orgoglio, che la Banca Popolare Cinese entrà alla storia come primo istituto centrale che ha emesso una sua criptovaluta.

Sulle tempistiche dell’immissione sul mercato della criptovaluta cinese il vicepresidente non ha fornito indicazioni precise. Se però si considera che la criptovaluta di Facebook, Libra, è vicina al lancio, allora si può ipotizzare che la nascita della crypto cinese possa essere questione di mesi al massimo. Pechino ha infatti tutto l’interesse a bruciare sui tempi Facebook.

Tra i motivi per cui la Cina studia il lancio di una sua criptovaluta c’è ovviamente la necessità di Pechino di ruscire a svincolarsi dai circuiti di pagamenti internazionali, essendo questi ultimi tutti americani. Una criptovaluta di stato cinese aggirerebbe i vincoli, rafforzerebbe il senso di autonomia delle tante comunità cinesi presenti in tutto il mondo e, dal punto di vista squisitamente economico, sarebbe in grado di generare anche ingenti risparmi.

Criptovaluta cinese ancorata all’oro?

Se quanto fin qui detto rientra nelle certezze, adesso entriamo invece nell’ambito delle ipotesi. Secondo un anonimo funzionario del Partito Comunista Cinese, la criptovaluta di stato di Pechino potrebbe essere ancorata all’oro ossia potrebbe avere il gold come garanzia.

Se davvero la criptovaluta della Cina dovesse essere legata alle riserve auree cinesi, allora si sarebbe dinanzi ad una vera rivoluzione. Con l’ancoraggio all’oro, la crypto cinese potrebbe avere quella stabilità che oggi è mancata al Bitcoin.

Secondo l’analista americano Peter Schiff, ancorare all’oro la nuova criptovaluta cinese significherebbe ridurre in modo drastico quello che è il limite intrinseco oggi al Bitcoin e a tutte le altre altcoin ossia l’alta volatilità. E’ logico che dinanzi ad una ipotesi simile, la stessa Libra partirebbe svantaggiata.

I cinesi hanno intenzione di usare quanto di positivo c’è nelle criptovalute, ovviamente da loro punto di vista, eliminando definitivamente tutti quegli elementi più “anarchici” che possono mettere a rischio l’autorità dello Stato.

E’ sempre per questa ragione che la Repubblica Popolare negli ultimi ha vietato le criptovalute tradizionali, in quanto pericolo per l’autorità costituita, ma, al tempo stesso, ha avviato un suo studio che ora potrebbe davvero portare all’emissione di una criptovaluta cinese ancorata all’oro. Uno scenario simile sarebbe la fine del Bitcoin.

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