Se mai ci fosse stata un’unità tra le varie criptovalute, essa da oggi è ufficialmente a pezzi a causa delle recenti dichiarazioni del CEO di XRP Brad Garlinghouse che, nella sfida in atto tra Libra e Trump e tra mondo delle crypto e Trump, si è schierato ufficialmente a favore del presidente americano. 77
Vista in questa prospettiva verrebbe da pensare che Ripple, a seguito delle parole del suo CEO, sia ufficialmente impazzita e abbia scelto di andare contro l’interesse comune delle criptovalute. Ma la realtà è davvero questa? Veramente si può pensare che tutto sia dovuto ad un colpo di sole (considerando anche le alte temperature che sono presenti in questi caldi giorni di fine luglio)? Assolutamente no. Per capire i motivi per cui il numero uno di XRP Brad Garlinghouse abbia scelto di schierarsi dalla parte di Trump è necessario analizzare nel dettaglio le parole del manager.
Garlinghouse ha anzitutto ricordato che Ripple da sempre collabora con alcune tra le più grandi banche del mondo. L’obiettivo delle tantissime partnership in essere (approffittiamo per ricordare che, in passato, proprio gli annunci di tali accordi aveva determinato un rally del prezzo di XRP) è quello di poter consentire un spostamento più facile del denaro su base transfrontaliera. Il CEO di Ripple ha poi precisato di essere daccordo sia con Trump che con Steven Mnuchin, il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti d’America, in merito alla necessità di impedire che la tecnologia blockchain possa essere sfruttata per aggirare i governi oppure per eludere le regole. La posizione del numero uno di XRP, fa apparire Ripple come la criptovaluta più filogovernativa tra quelle oggi presenti. Se si analizzano le parole di Garlinghouse mettendo da parte lo stupore, ci si protrà rendere conto come non ci sia assolutamente nulla di sorprendente. Poichè Ripple da tempo lavora o comunque collabora con banche e enti goverativi, è ovvio che la posizione del suo CEO sia così fortemente legalitaria.
Al di là di tali considerazioni l’impressione è che il numero uno di Ripple abbia inteso tracciare le direttrici della nuova strategia di XRP. Ripple potrebbe puntare a diventare il terzo incomodo tra il Bitcoin e Libra. E per questo motivo che il manager ha ben pensato di spianare la strada a XRP scegliendo di patteggiare con Trump e contro i rischi connessi a Libra. Certo questa è sola un’ipotesi ma è francamente la sola cosa che viene da pensare dinanzi alla precisa presa di posizione pro-governativa.
Ad ogni modo il prezzo di Ripple oggi non sembra essere influenzato dalla parole del CEO di XRP e registra una flessione dello 0,14 per cento in linea con l’andamento del settore.
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