Si torna a parlare di possibile quanto inevitabile crollo del Bitcoin. In una fase positiva per tutte le criptovalute a partire dal BTC, ci sono alcuni esperti che preferiscono andare controcorrente evidenziando il rischio che si corre a continuare ad investire sul Bitcoin credendo che la crescita della criptovaluta madre possa essere infinita.
A riproporre il tema del possibile crollo del Bitcoin è stato Alessandro Guzzini, CEO di FinLABO, una nota società di gestione fondi. Il manager in un intervento su La Repubblica, ha messo nero su bianco quelle che sono le sue idee su natura del Bitcoin e previsioni BTCUSD. Secondo Guzzini il Bitcoin è uno schema Ponzi dalla struttura rigidamente piramidale. Per il CEO di FinLABO se si guarda attentamente il Bitcoin è possibile notare come esso non si presenti come il classico sistema valutario ma bensì come una struttura a piramide. Questa sua natura, presente fin dalle origini della crypto, fa si che si possa parlare del Bitcoin come schema Ponzi.
Secondo Guzzini, inoltre, il Bitcoin è completamente diverso da Libra, la criptovaluta di Facebook. Mentre il BTC è strutturato a piramide, Libra sembra invece possedere le caratteristiche proprie di un sistema valutario.
Come tutti gli schemi Ponzi, anche il Bitcoin è destinato a crollare nel momento in cui le basi della piramide dovessero iniziare ad essere vulnerabile. In pratica se il meccanismo dell’interesse dovesse incepparsi, la base della piramide inizierebbe a non essere più solida e quindi, inevitabilmente, tutto verrebbe giù. E’ in questi termini che il manager Alessandro Guzzini inquadra il possibile crollo del Bitcoin.
Dietro il tracollo del BTC c’è quindi la stessa natura della più importante criptovaluta. Guzzini ha infatti evidenziato che fino ad oggi il successo del Bitcoin (ovviamente una prestazione tra alti e bassi) è stato garantito dalla presenza di un numero di compratori che sono sempre stati disposti a comprare Bitcoin o ad investire sul BTCUSD. Questi compratori hanno dato sostegno alla base della piramide. Tutto apposto quindi? Assolutamente no perchè la carta di identità dei compratori disposti ad investire sul BTC è sempre più caratterizzata e sempre meno eterogenea. Guzzini ha rivelato come ad oggi ben 2.000 individui possiedano il 42 per cento del Bitcoin mentre il restante 45 per cento è in mano ad altri 150 mila individui. Per finire, il restante 13 per cento è in mano a 25 milioni di compratori che sono la base della piramide. Ebbene se proprio questi ultimi dovessero iniziare a diminuire il Bitcoin si potrebbe rivelare per quello che realmente è ossia uno schema Ponzi.
Nell’analisi di Guzzini non manca l’allert finale: attenzione, sembra affermare il CEO, perchè alla fine quando ci sarò l’inevitabile crollo del BTC a restare con il cerino acceso in mano saranno gli ultimi arrivati.
Andrà davvero così? In attesa di scoprirlo il prezzo del BTC oggi 9 luglio registra un balzo del 10 per cento a quota 12670 dollari.
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