Cosa impedisce l’entrata di nuovi investitori sul mercato delle criptovalute?
Spesso, per rispondere a questa domanda, si cita l’incertezza sul piano normativo (si tratta dopotutto di un ambiente per lo più non regolamentato), la paura di andare incontro a delle truffe (a mezzo ICO in primis) oppure la volatilità tipicamente associata a questo nuovo tipo di asset (la cui capitalizzazione di mercato complessiva è diminuita di circa il 90% dall’inizio dell’anno).
Detto ciò, un’altra importante ragione dietro questa reticenza potrebbe essere, molto più semplicemente, la poca familiarità con un nuovo tipo di asset. E i risultati di un nuovo sondaggio, condotto da Provoke Insights per conto della società di social trading eToro, fanno propendere per tale ipotesi.
All’indagine hanno preso parte 1.000 investitori online provenienti dagli Stati Uniti. Il 44% degli intervistati ha spiegato la propria decisione di non investire nelle crypto con la difficoltà nel trovare risorse didattiche fidate, nonostante ben il 60% abbia comunque ammesso di essere interessato a un eventuale investimento nelle criptovalute.
“L’accesso a risorse educative di qualità è un problema fondamentale in vista di un futuro in cui sempre più asset verranno tokenizzati”, sottolinea Anatoliy Knyazev di Exante, facendo riferimento a sviluppi recenti come le security token offering (STO) o le equity token offering (ETO), che gettano un ponte tra ecosistema crypto e finanza tradizionale.
Intanto gli investitori tengono d’occhio le criptovalute come possono. eToro rivela che il 67% degli intervistati si approccia a questo settore da un punto di vista puramente speculativo, ovvero osservando le oscillazioni dei prezzi sulle piattaforme di trading, mentre il 43% ha affermato che di solito si rivolge ai gruppi sui social media o a canali di YouTube specializzati.
C’è poi ovviamente l’aspetto demografico di cui tenere conto. Il 73% dei Millennials ha dichiarato di avere maggiori probabilità di investire se assistito da un consulente finanziario. Nel caso della Generazione X e dei Baby Boomers, quella cifra si attesta rispettivamente al 58% e al 49%.
“I consulenti finanziari hanno molte opportunità da sfruttare le criptovalute come asset class. C’è chiaramente una richiesta, soprattutto tra i Millennials, di includere i crypto asset come parte di una strategia di investimento di lungo termine”, dice Guy Hirsh, direttore responsabile della divisione statunitense di eToro.
A cura di Matteo Oddi
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