Dopo mesi di attesa, finalmente le speranze diffuse tra gli investitori di Ripple (XRP) potrebbero concretizzarsi. Il nostro riferimento è ovviamente a Coinbase, con l’exchange che ha pienamente confermato che sta esplorando la possibilità di aggiungere alla propria piattaforma il supporto per la negoziazione della seconda criptovaluta più importante del globo in termini di capitalizzazione.
Coinbase, con sede a San Francisco, ha annunciato tale mossa in chiusura della scorsa settimana, rivelando che intende valutare l’allargamento della propria operatività a “una vasta gamma di asset”, (oltre 30), tra cui spiccano – appunto- Ripple (XRP), Cardano (ADA), EOS, NEO e Tezos (XTZ).
Non è certamente una novità che da tempo gli investitori di XRP si stiano lamentando del fatto che la criptovaluta non fosse quotata su Coinbase, il più popolare exchange criptografico negli USA, e uno dei più popolari al mondo. E non è probabilmente nemmeno una novità il fatto che tale annuncio faccia seguito alla decisione di Coinbase di rinnovare l’intero processo di quotazione, che, secondo la società, le permetterebbe di fornire supporto per una gamma molto più ampia di asset criptovalutari.
Naturalmente, “esplorare” tali opportunità di supporto non è la stessa cosa di “quotare”. Dunque, non è affatto detto che Coinbase garantisca che le oltre 30 criptovalute indicate finiranno realmente nel proprio exchange. Inoltre, alcune valute crittografiche potrebbero ricevere solo un supporto limitato, magari ad alcune giurisdizioni.
“L’aggiunta di nuovi asset criptovalutari richiede un significativo lavoro esplorativo sia dal punto di vista tecnico che di conformità – si legge in un post sul sito Coinbase – e non possiamo dunque garantire che tutti gli asset che stiamo valutando saranno infine disponibili per la negoziazione. Inoltre, il nostro processo di quotazione può comportare che alcune di questi asset siano quotate esclusivamente per i clienti per l’acquisto e la vendita, senza la possibilità di inviare o ricevere utilizzando un wallet locale”.
Tuttavia, la sola conferma che Coinbase stia almeno valutando l’aggiunta di XRP alla sua piattaforma è un netto allontanamento rispetto a quanto vissuto all’inizio di quest’anno, quando i dirigenti della società hanno suggerito di avere già a disposizione tutti gli asset per i quali si riteneva ci fosse chiarezza normativa. XRP, come molte altre criptovalute, è stato tormentato dalle accuse che il token fosse un titolo, e che la startup Ripple – con cui la criptovaluta è ovviamente strettamente associata – lo ha emesso attraverso un’offerta illegale. Ripple ha ovviamente negato queste accuse.
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