Il mercato delle criptovalute sta vivendo un crollo visibile, ma la fede dei piccoli investitori non sembra esserne scalfita come sarebbe lecito aspettarsi visto come è stata messa a dura prova in questo 2018.
La capitalizzazione del comparto è diminuita di molto, dopo aver toccato il suo picco di 830 miliardi a gennaio; adesso viaggia sotto quota 200 miliardi.
Il prezzo del bitcoin, scambiato al momento della stesura intorno ai 6.300 dollari, è ben lontano dal record di 20.000 dollari (-68%). Le altcoin invece cedono in media il 90% rispetto ai massimi storici.
Nonostante questi dati, continuano ad arrivare segnali di interesse in questo settore.
L’ultimo esempio è fornito da uno studio condotto nel mese di luglio da SharesPost, i cui risultati mostrano il permanere di un outlook ottimista tra gli investitori: la maggior parte dei partecipanti al sondaggio intende incrementare la propria esposizione alle criptovalute prima della fine del 2019.
A questa indagine hanno partecipato 2490 investitori retail e 528 tra investitori accreditati e istituzionali. Il 59% degli investitori e il 72% degli utenti retail hanno ammesso di essere pronti ad acquistare più criptovalute nel corso del prossimo anno.
E circa la stessa percentuale di persone si aspetta un mercato in rialzo nel corso dell’anno.
Anatoliy Knyazev, co-fondatore del broker Exante, sottolinea come la popolarità delle criptovalute sia in effetti aumentata tra i piccoli investitori, rispetto a una precedente indagine di gennaio sempre di SharesPost. “Non solo questo è un campione del esemplificativo del nocciolo duro che ha costituito la base del supporto in questi mesi di trend negativo, ma anche un segnale importante di resilienza in una prospettiva di lungo periodo”, scrive Knyazev.
L’asset che ha raccolto il maggior numero di preferenze è il bitcoin, seguito dall’ether al secondo posto. Terzo classificato Ripple (o meglio XRP) e infine quarto il litecoin. Queste sarebbero le criptovalute con il potenziale di investimento migliore, secondo gli intervistati.
Comunque non mancano i motivi di preoccupazione. Il 50% dei rispondenti dice di temere in particolar modo la volatilità del mercato, mentre poco meno del 40% teme per la sicurezza dei propri asset digitali. Il resto è praticamente ormai una questione di fede (nella blockchain).
A cura di Matteo Oddi
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