Si chiama Ryan Coffey l’investitore che, potenzialmente, potrebbe anche far crollare il prezzo di Ripple se dovesse riuscire il suo intento di portare la stessa Ripple e il suo Ceo Brad Garlinghouse in Tribunale. Secondo alcune notizie che sono circolate sui media anglosassoni Coffey, assistito ovviamente da un team di avvocati esperti, punta a lanciare addirittura una class action contro Ripple. La class action, strumento ovviamente legale e perfettamente funzionante in Usa, significherebbe possibilità di aderire alla causa contro Ripple per tutti quegli investitori che si dovessero trovare nelle condizioni dello stesso Coffey. Insomma, restando su un piano puramente ipotetico ce ne sarebbe per far tremare la quotazione Ripple.
In realtà, però, ad oggi i rischi sono solo teorici. Il prezzo di Ripple è addirittura uno tra i migliori secondo i dati real time di CoinMarketCap. La quotazione Ripple, infatti, segna una progressione dell’1% su quota 0,83 dollari mentre la quotazione BTC è invariata ossia non segna nè rialzi nè ribassi.
Tuttavia la notizia della probabile class action potrebbe determinare variazioni di prezzo su Ripple più in là ossia quando dovessero arrivare informazioni più certe. Sia nel caso in cui tu sia solito comprare o vendere Ripple in modo diretto che nel caso in cui tu preferisca investire in Ripple attraverso il trading di CFD, ti consiglio quindi di tenere in debita considerazione possibili evoluzioni su questa questione.
La domanda scontata è quindi: perchè ci potrà essere una class action contro Ripple? Secondo l’accusa di Coffey, Ripple Labs avrebbe commercializzato token XRP non registrati. Tali token sono stati praticamente creati dal nulla e dopo sono finiti al centro di quella che, secondo le accuse, altro non sarebbe stata che “una ICO senza fine”. Morale dell’accusa, Coffey avrebbe avuto una perdita del 32% sui 650 XRP acquistati ad un prezzo di 551,89 dollari. Ovviamente le accuse di Coffey sono tutte da dimostrare e provare ma, laddove fosse provata la loro veridicità, si profilerebbe una violanzione della normativa statale e federale sui canali di vednita dei token al pubblico retail.
Nel comunicato diffuso dallo studio legale che segue l’investitore deluso, Taylor Copeland, c’è affermato che “gli imputati hanno guadagnato enormi profitti vendendo tranquillamente XRP al pubblico. Al fine di aumentare la domanda di XRP e quindi incrementare i profitti da ciò derivanti, Ripple Labs ha costantemente dipinto XRP come un buon investimento e ha fornito previsioni ottimistiche sui prezzi“.
Al di là di queste parole di fuoco si dovrà però attendere il corso dei tempi per capire se ci sarà o meno una class action contro Ripple.
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