In occasione del Digital Day 2018 è stata lanciata la prima alleanza europea sulla tecnologia blockchain. Ribattezzata European Blockchain Partnership, l’alleanza va intesa come una forma di partenariato tra enti di vari paesi europei tra i quali non c’è però l’Italia. Il nostro Paese non ha infatti neppure preso in considerazione una sua possibile adesione alla European Blockchain Partnership. Mentre quindi il futuro va in una direzione ben precisa, l’Italia si limita a restare a guardare senza passare ai fatti.
In basa ai documenti ufficiali, la partnership ha per oggetto lo scambio di competenze ed esperienze in materia tecnologica. L’obiettivo finale è quello di creare il contesto ideale per lo sviluppo e il lancio di applicazioni blockchain a livello europeo. L’European Blockchain Partnership è un accordo di tipo inclusivo nel senso che riguarda tecnologie che avranno troveranno poi collocamento sia nel settore pubblico che in quello privato.
La dichiarazione che ha portato alla nascita dell’European Blockchain Partnership è stata firmata da ben 22 paesi europei. Tenere in considerazione quelli che sono i nomi dei Paesi firmatari può essere utile per capire in quali nazioni la tecnologia blockchain avrà sviluppo nei prossimi anni e in quali nè avrà di meno. I 22 paesi che hanno aderito all’accordo inter-europeo sono: Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Francia, Germania, Lettonia, Repubblica Ceca, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Malta, Regno Unito, Svezia, Norvegia, Finlandia, Polonia, Slovenia, Slovacchia, Paesi Bassi, Spagna e Portogallo. Come si evince da questo elenco, l’Italia non c’è. L’Italia ha ritenuto non opportuno interessarsi a questo argomento. Balza invece subito all’attenzione il fatto che tra i paesi che hanno aderito alla European Blockchain Partnership ci siano sia quelli più emergenti (come la Lettonia) che le economie forti tradizionali come è il caso della Germania.
Ma cosa succederà adesso? Ovviamente il cammino della European Blockchain Partnership è ancora tutto da scrivere. L’alleanza europea sulla blockchain è ancora allo stato embrionale tuttavia solo ai paesi sottoscrittori spetterà il diritto di nominare un proprio rappresentante che opererà fianco a fianco con l’esecutivo comunitario per la defizione delle strategie ad adottare. Entro settembre, a conclusione del periodo di analisi, sarà individuato un gruppo iniziale di servizi pubblici digitali transfrontalieri già esistenti. Per finire, entro la fine dell’anno verranno definiti la governance della partnership sulla blockchain e le sue applicazioni.
Il commissario UE per l’Economia digitale, Mariya Gabriel, ha affermato che in futuro “tutti i servizi pubblici useranno la tecnologia blockchain, il cui enorme potenziale potrà essere sfruttato per offrire migliori servizi per i cittadini grazie al lavoro congiunto dei Paesi europei e della Commissione“.
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