E’ solo intransigenza o c’è qualcosa di più alla base della decisione del noto investitore Warren Buffett di restare alla larga dal Bitcoin? Questa domanda se la stanno ponendo in questi giorni molti traders interessanti alle criptovalute. In un contesto che vede molti voti noti della finanza scoprire il Bitcoin, il vecchio Warren non sembra essere disposto a fare passi indietro ma anzi resta fedele alla sua consegna di non investire mai in Bitcoin. In verità Buffett non è il solo finanziere che preferisce non comprare Bitcoin ma è certamente quello più noto. Una diffidenza simile nei confronti del BTC è possibile rintracciarla nell’atteggiamento di Joseph Stiglitz, premio Nobel ed ex Chief Economist della Banca Mondiale. Il noto economista non ha mai nascosto la sua convinzione che le criptovalute sono destinate a svanire non appena saranno diventate mainstream. Secondo Stiglitz, infatti, il fascino del Bitcoin è unicamente dovuto all’attuale assenza di regolamentazione. Il premio Nobel dell’Economia ritiene quindi che non appena il settore delle criptovalute verrà regolamentato, BTC & Co. finiranno tra gli asset in assoluto meno appetibili. 

I casi di Stiglitz e, soprattutto, di Buffett sono colombe bianche in un contesto generale caratterizzato da numerosi passi indietro da parte dei grandi vecchi della finanza. Mentre in una iniziale fase, infatti, il Bitcoin era visto come la peste dai grandi investitori e speculatori, ultimamente molti volti noti della finanza sono tornati sui propri passi. E’ stato questo il caso del magnate George Soros ma è anche questo il caso della famiglia RockeFeller. La società di venture capital della Rockefeller Foundation, Venrock, ha raggiunto un accordo di partnership con Coinfund, un fondo che è solito investire in criptovaluta. L’evento è stato accompagnato da numerosi e inequivocabili segnali arrivati dallo stesso management della società. David Pakman, partner di Venrock, ha dichiarato a Fortune che la decisione di stringere un accordo con Coinfund deriva dalla volontà di collaborare con un team che si è contraddistinto nella progettazione di una serie di diversi sistemi crittografici e progetti basati su token. Ancora più esplicito è stato il giudizio di Make Brukhman, co-fondatore di Venrock. Il manager ha dichiarato che la società sta provando a “coltivare una sinergia unica tra i team”, alla luce del fatto che in questo momento ad essere attirati dalla blockchain sono sia le startup tecnologiche che gli investitori esperti più legati alla tradizione.

La mossa della Venrock è significativa anche in considerazione di quello che è il “biglietto da visita” della società. Venrock ha infatti investito più di 2,5 miliardi in oltre 440 società. Venrock, società fondata nel 1946 da Laurance Spelman Rockefeller, uno dei figli di Rockefeller Senior, e avente tra i suoi obiettivi quello di investire in attività promettenti, ha mostrato di avere molto fiuto negli affari. Il nome di Venrock, infatti, si ritrova in importanti storie societarie come quelle di Apple e Intel. Quando questi due colossi erano alla stadio di startup o poco più, Venrock figurava proprio tra i soggetti sostenitori. 

Nonostante i chiari segnali arrivati dai magnati concorrenti, però, Buffett non sembra essere intenzionato a fare passi indietro. Per il noto magnate il Bitcoin resta un asset non interessante. A chi dare retta? A Soros e Rockefeller oppure a Warren Buffett? 

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