Le prospettive del Bitcoin per i prossimi mesi non sono affatto positive e il crollo delle quotazione BTC è un segnale chiaro anche sul possibile andamento dell’azionario. Sono questi i due concetti chiave espressi dal fondatore di DoubleLine Capital, Jeffrey Gundlach meglio conosciuto sui mercati con il significativo appellativo di Re dei Bond. Il noto investitore in una intervista rilasciata alla CNBC ha affermato che il Bitcoin è la dot-com di oggi. Secondo Gundlach, può essere fatto un parallelismo tra la mania per il Bitcoin di oggi e la mania per le dot-com del 1999. Il riferimento del paragone avanzato dal Re dei Bond è alla bolla che si sviluppò sul Nasdaq americano tra il 1997 e il 2000 quando le azioni del settore tech e web si gonfiarono sempre di più prima di esplodere determinando il crollo dell’indice Nasdaq. Durante la bolla delle dot-com, i prezzi delle azioni tech subirono un rapido apprezzamento che andò ad alimentare la convinzione del mercato che le società al centro del boom sarebbero riuscite a produrre molti utili nel futuro. Purtroppo ben presto la febbre delle dot-com rivelò tutti i suoi limiti e la bolla esplose trascinando con se molte società tech che si videro costrette a dichiarare fallimento.
La mania per il Bitcoin secondo il Re dei Bond presenta caratteristiche simile alla febbre per le società internet del 1999. Jeffrey Gundlach non lo dice espressamente ma è logico che un paragone di questo tipo non faccia altro che nutrire un sospetto che da tempo molti investitori hanno: il Bitcoin è una bolla?
L’analisi del Re dei Bond, comunque, non si ferma qui. Il noto investitore ha anche affermato nel corso della stessa intervista che il crollo delle quotazioni del Bitcoin, assieme al rialzo dei tassi dei titoli governativi americani, rappresenta un chiaro segnale della possibile inversione di rotta dell’azionariato Usa. In poche parole la caduta delle quotazione BTC sarebbe la premessa a un forte ribasso delle azioni Usa. Questo percheà, ha concluso il guru, il Bitcoin oggi è in testa agli asset più a rischio.
La valutazione di Jeffrey Gundlach ha gioco facile in queste settimane. Tutte le criptovalute, infatti, attraversano una fase molto delicata per tutta una serie di motivi. Mentre scriviamo il prezzo del BTC è in ribasso del 4,3% consolidando la tendenza all’allontanamento da quota 7000 dollari. Ma i dati che più rivelano la (forse momentanea) crisi del Bitcoin sono quelli trimestrali. Nei primi tre mesi del 2018, la quotazione BTC ha perso il 50% del suo valore. Il massimo storico a quota 20000 dollari che fu raggiunto dal Bitcoin a metà dicembre è diventato un miraggio e gli stessi crypto-criminali starebbero abbandonando le criptovalute nelle ultime settimane. Il Bitcoin oggi è quindi la nuova dot-com?
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