Accantonare mensilmente dei risparmi per poter soddisfare le proprie esigenze previdenziali integrative e di pensionamento è sicuramente opportuno. E lo è sempre di più se si tiene conto che con l’aspettativa di vita cresciuta di quasi il 50% dal 1950 ad oggi, e del 30% dal solo 1980 ad oggi, probabilmente dovremo fare i conti con pensioni sempre più focalizzate sulla contribuzione integrativa.

Tuttavia, c’è anche un altro problema. Il fatto che molte persone entrino nel mondo del lavoro troppo “tardi” per poter mettere a punto dei piani di risparmio soft, e che alcune di queste ritengano che la cosa migliore da fare per potersi costruire un bagaglio previdenziale più significativo sia semplicemente andare alla ricerca di opportunità che possano generare rendimenti più elevati in periodi di tempo più brevi, a volte attraverso investimenti alternativi tra cui capitale di rischio, fondi di private equity, fondi comuni di investimento immobiliare e… criptovalute.

Investire nelle criptovalute conviene?

La maggior parte degli esperti afferma ragionevolmente che gli investitori “medi” dovrebbero mettere solo una piccola parte dei loro risparmi in criptovalute. Considerata la volatilità di questo comparto, non possiamo che essere d’accordo ma… proprio come qualsiasi nuova classe di asset, è pur vero che volatilità ha un senso in entrambe le direzioni.

In altri termini, le criptovalute potrebbero ridurre il livello di correlazione in un portafoglio valutario, e possono anche essere una copertura efficace contro la debolezza di alcune valute come il dollaro. Nondimeno, la fiducia nelle criptovalute è probabilmente il più grande ostacolo da superare: le criptovalute hanno il naturale vantaggio di essere “robuste” dal punto di vista della sicurezza e della trasparenza, essendo supportate dalla tecnologia blockchain che rende le transazioni immediate, indelebili e completamente verificabili. Tuttavia, pochi utenti riescono a valutare concretamente il loro effettivo potenziale, guardando a questo comparto con particolare scetticismo.

Investire la pensione nelle criptovalute

Naturalmente, investire la propria contribuzione previdenziale in criptovalute è un azzardo, e lo è in misura maggiore rispetto alla quota di impiego rispetto al totale del patrimonio da destinare a tale scopo. E’ però anche vero che le imprese di investimento dovrebbero prendere in considerazione l’offerta di servizi di consulenza specializzati proprio in criptovaluta, iniziando a valutare di proporle sulla base della tolleranza al rischio e dell’orizzonte temporale dei singoli investitori.

In aggiunta a quanto sopra, non possiamo non notare come una maggiore integrazione nei portafogli “previdenziali” delle criptovalute dipenderà anche dalla crescente funzionalità e fruibilità della tecnologia che permette agli investitori di poter scambiare monete digitali facilmente e senza intoppi, e scambiare monete digitali per valuta tradizionale o altre attività non già di per sé tramutabili in token, mantenendo la piena trasparenza, l’automazione e la tenuta dei libri mastri.

Insomma, la maturazione delle tecnologie a supporto del trading di criptovaluta e degli investimenti nel settore dovrebbe avere l’impatto prevedibile di aumentare i valori delle criptovalute, poichè renderà questo tipo di valuta più accessibile. E voi che ne pensate? È ora di iniziare a valutare le criptovalute come una forma di investimento effettivamente percorribile?

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