Tra 10 anni, un Bitcoin avrà un valore di 100 dollari o di 100.000 dollari? Secondo il professore e economista di Harvard, Kenneth Rogoff, la prima ipotesi è molto più probabile della seconda.
Rogoff, ex capo economista del Fondo Monetario Internazionale (FMI), ha infatti dichiarato alla CNBC che gli “effettivi usi di Bitcoin come veicolo di transazione sono molto pochi”, soprattutto se sono messi in relazione con la sua “utilità” per il riciclaggio di denaro e per l’evasione fiscale, che i regolatori di tutto il mondo stanno provando sopprimere.
“Penso che Bitcoin varrà una piccola parte di quello che è ora tra 10 anni da oggi” – ha dichiarato l’economista – “Vedrei 100 dollari come ipotesi molto più probabile di 100.000 dollari”. Con tale valutazione, Rogoff dimostra dunque, ancora una volta, di non condividere il sentimento di una buona parte della community criptovalutaria, secondo cui Bitcoin accrescerà notevolmente la sua quotazione nei prossimi anni.
D’altronde, le posizioni di Rogoff non sono affatto nuove. Già nell’ottobre dello scorso anno, mentre Bitcoin si trovava nel bel mezzo di un’ascesa straordinaria che si concluse mesi dopo, l’economista scrisse che una disciplina di settore avrebbe fatto scoppiare la bolla criptovalutaria.
“Una cosa è che i governi consentano piccole transazioni anonime con valute virtuali; anzi, sarebbe auspicabile” – scriveva Rogoff all’epoca “Ma è una questione completamente diversa per i governi consentire pagamenti anonimi su larga scala. Il che renderebbe estremamente difficile la riscossione delle tasse o la lotta alle attività criminali”.
Dopo i successivi crolli verificatisi alla fine dello scorso anno e all’inizio del 2018, che sono stati in gran parte accelerati da violazioni delle normative in Asia e altrove, Bitcoin ha lentamente recuperato parte delle sue perdite. Prima del crollo, la valuta aveva quasi raggiunto 20.000 dollari per unità, mentre nel suo punto più basso, si è avvicinata a 6.000 dollari. Attualmente, un Bitcoin vale circa 11,300 dollari.
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