La Turchia potrebbe seguire il Venezuela nella sua strada di ottenimento di una propria criptovaluta. A lanciare l’idea sono alcuni partiti politici, che in questi giorni stanno pianificando il lancio di una criptovaluta nazionale. Secondo un rapporto di Al-Monitor, Ahmet Kenan Tanrikulu, vicepresidente del Partito nazionalista turco e ex ministro dell’industria, la Turchia potrebbe essere terreno ideale per proporre una criptovaluta sostenuta dallo Stato. Insomma, una sorta di Turkcoin che probabilmente non si realizzerà nel breve termine, ma sembra comunque essere un’idea di media applicabilità.
Sebbene i dettagli tecnici restino poco chiari, il partito sostiene che Turkcoin potrebbe essere supportata da titoli garantiti, divenendo così un asset con rischi inferiori rispetto alle criptovalute esistenti. Il rapporto afferma che il paniere di asset da usare in garanzia includerebbe partecipazioni in grandi società pubbliche, come Turkish Airlines, Istanbul Stock Exchange e Turk Telekom.
Nella sua relazione, Ahmet Kenan Tanrikulu ha altresì sollecitato una regolamentazione più chiara sulle criptovalute, nel tentativo di evitare che il mercato possa essere facilmente condizionato da usi illeciti di queste attività. “L’introduzione di regolamenti (…) ci consentirà di generare entrate dal mercato delle criptovalute, e in particolare dai bitcoin: in questo contesto, il Paese ha bisogno di un suo bitcoin e di una legislazione per regolamentare questo contesto” – ha poi affermato.
Le posizioni di Tanrikulu arrivano dopo che il vice primo ministro turco ha dichiarato che il suo governo avrebbe cercato di lanciare una criptovaluta nazionale, e pochi giorni dopo il lancio in prevendita del petrol, la valuta digitale del Venezuela, attraverso la quale il suo presidente Nicolas Maduro ha affermato di aver raccolto 735 milioni di dollari.
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