Crollo del Bitcoin o peggio ancora grande bolla del BTC? Niente affatto perchè per molti europei la criptovaluta più famosa al mondo, al di là di quelle che possono essere le oscillazioni nel breve termine (il prezzo del Bitcoin oggi, ad esempio, è in rialzo dopo la flessione di ieri), è destinata ad imporsi come una vera e propria moneta. Ad affermarlo non sono grandi economisti ma più semplicemente la netta maggioranza di utenti europei che hanno risposto ad un sondaggio della BCE indetto tramite Twitter. La domanda che l’Eurotower ha posto era semplice e molto chiara: “Potrebbe il Bitcoin rappresentare una valida alternativa alle monete tradizionali?“. La risposta che è arrivata da oltre il 75% dei 30mila cittadini che hanno risposto a @ebc lo è stata altrettanto: “Si, riteniamo che il Bitcoin possa rappresentare una valida alternativa alle monete tradizionali“. Proprio a causa di questa maggioranza quasi bulgara, la stampa ha iniziato a parlare di sondaggio shock. Il commento più autorevole e interessante sull’esito di questo “voto” che non ha comunque alcun valore ma è solo informativo, è arrivato dal puntuale Vito Lops su Il Sole 24 Ore. Lops ha giustamente parlato di un clamoroso autogol da parte della BCE lasciando intendere il messaggio che forse la Banca Centrale Europea doveva pensarci su due volte prima di lanciare questo sondaggio sul Bitcoin e di farlo usando anche i canali social tradizionali. 

In effetti, inquadrando il sondaggio della BCE sul Bitcoin nella giusta cornice, dei dubbi sorgono. La Banca Centrale Europea, infatti, non ha mai esprezzo apprezzamento sul BTC e il Bitcoin, da parte sua, ha la sua genesi proprio nel contrasto al controllo da parte delle banche centrali. Insomma stiamo parlando di un asset che non è gradito e al tempo stesso non gradisce chi ha indetto il sondaggio. E’ proprio ala luce di tale considerazione che oggi Vito Lops ha parlato di autogol da parte della Banca Centrale Europea. 

L’autogol, però, potrebbe non essere finito qui. Oltre al sondaggio della BCE, è stata anche lanciata l’iniziativa #AskDraghi nell’ambito della quale gli internauti possono porre delle domande al governatore della banca centrale proprio sul Bitcoin e sulle altre criptovalute. Il risutato di quello che può essere definito come una sorta di question time sarà reso noto il prossimo 12 febbraio. Il fatto è che, alla luce anche quelle che sono state le risposte fornite al sondaggio, non può essere escluso che possano arrivare altre sorprese e che esse non siano positive (per le istituzioni). Anche in questo caso si è in presenza di un quesito che dovrebbe essere rivolto da una platea di soggetti potenzialmente favorevoli dal Bitcoin, ad un uomo delle istituzioni, appunto Draghi, che non ha mai nascosto la sua idea sullle criptovalute. Basti pensare che a settembre, dinanzi alla possibilità che l’Estenia potesse lanciare una sua criptovaluta, Draghi si era rifugiato nell’intransigenza più totale affermando che “Nessun Paese membro dell’Unione monetaria europea può introdurre una propria valuta“. 

Oramai però la frittata è fatta (o l’autogol) e non è da escludere che proprio queste risposte shock al sondaggio sulle criptovalute possano andare ad impattare sull’andamento della quotazione BTC. 

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