Conviene più investire in Bitcoin o in Ripple? Andando a guardare a quello che è l’andamento recente delle due criptovalute si sarebbe portati a pensare che sia meglio lasciar perdere questo mercato. Dopo il crollo del Bitcoin, attivato poco prima di Natale, ieri è stata la volta del crollo di Ripple. Come è oramai caratteristica della cripto-mania, a forti ribassi corrispondono sempre interrogativi sintetizzabili nell’espressione Ripple è una bolla? Senza lasciarsi sopraffare dal pessimismo, è necessario tenere ben presenti quelli che sono stati i motivi alla base del crollo della quotazione XRP, in modo tale da capire se conviene o no investire in Ripple ai prezzi attuali. Regola della finanza in caso di forti ribassi, è quella di comprare ad un prezzo logicamente conveniente per sperare poi in un rialzo. Nel caso in esame si tratta di capire se ci sarà o no un rialzo di Ripple e quindi se Ripple oggi tornerà a salire. 

Il crollo della quotazione XRP è stato causato certamente dal forte rally che la criptovaluta aveva registrato nelle ultime settimane. Grazie ad un apprezzamento molto marcato, Ripple era arrivata fino ad insidiare il ruolo del Bitcoin. Poichè XRP era diventata la seconda criptovaluta per capitalizzazione, molti investitori avevano preferito alleggerire la loro posizione sul BTC puntando su XRP. In questo contesto erano addirittura circolati dei report vedevano Ripple destinato ad essere più grande del Bitcoin se avesse superato la soglia di 6,7 dollari. Ebbene il crollo di ieri ha smontato questo scenario e la quotazione XRP è scesa del 40% rispetto al record di  3,84 dollari raggiunto appena 4 giorni fa. Al di là delle questioni grafiche, il crollo di Ripple è stato causata da una covergenza tra elementi negativi. Il primo fattore negativo che ha portato molti a parlare di bolla Ripple è stato rappresentato dalla decisione di Coinmarketcap di escludere le quotazioni riportate dalle piattaforme della Corea del Sud. Tali piattaforme sono tenute molto in considerazione poichè scambiano tradizionalmente con un forte premio rispetto alle altre piattaforme concorrenti. Ma c’è anche dell’altro. Il crollo di Ripple è stato causato dalla smentita arrivata da Coinbase, società che gestisce il principale exchange al mondo strumenti finanziari digitali, in merito alle indiscrezioni di stampa sul progetto di inserimento a breve di XRP tra le coins scambiabili sulla sua piattaforma. In poche parole Ripple oggi non è su Coinbase e questo è ovviamente un problema.

Il forte ribasso di Ripple, comunque, non sembra impensierire più di tanto gli esperti. Secondo Jeff Koyen, ceo di 360 Blockchain USA, “è stato un ottimo weekend per le altcoins e oggi stiamo assistendo a una fase di correzione generalizzata”. Se tali parole fossero vere, Ripple oggi potrebbe tentare un recupero dopo il crollo di ieri e quindi investire sulla quotazione XRP a questi prezzi sarebbe profittevole. Eppure che non il crollo di Ripple non sia affatto un incidente di percorso sembrano suggerirlo quelli che sono i nuovi numeri della criptovaluta che era arrivata a “minacciare” il prestigio del Bitcoin. A causa del crollo, infatti, il valore di Ripple è sceso nuovamente sotto i 100 miliardi di dollari e la moneta è tornata  al terzo nella classifica delle valute digitali più capitalizzate venendo sorpassata da Ethereum.

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