I dati finali sull’andamento delle criptovalute nel corso del 2017 sono stati sorprendenti. A crescere di più in termini di quotazione percentuale, non è stato il Bitcoin ma bensì Ripple. Grazie al forte aumento del prezzo che è avvenuto nell’ultima parte dell’anno la quotazione XTP ha battuto la quotazione Bitcoin. Come si deduce dal confronto tra Bitcoin e Ripple, la prima ha segnato nel 2017 un aumento dell’1,318 mentre il prezzo XRP è cresciuto del 36,018%. Il fatto che la quotazione XRP sia cresciuta più della quotazione BTC non significa che investire su Ripple conviene più del Bitcoin ma è comunque un dato da tenere in debita considerazione nell’ambito dell’elaborazione della propria strategia trading sul 2018.
Restare con i piedi per terra è quindi il modo migliore per interpretare le pur incoraggianti previsioni sull’andamento di Ripple nel 2018. Questo perchè se pure la quotazione XRP è aumentata più di quella del Bitcoin, a livello di capitalizzazione il primato del BTC resta indiscutibile. In termini di capitalizzazione, infatti, il Bitcoin oggi ha un valore di mercato di oltre 230 miliardi di dollari mentre Ripple è seconda con una capitalizzazione al di sopra dei 90 miliardi. Se il BTC in termini di capitalizzazione resta, almeno per ora, inarrivabile, va comunque dato a Ripple di aver scalzato Ethereum, in tempo eterna seconda rispetto al BTC e ora costretta a scivolare al terzo posto dell’inarrestabile crescita della quotazione XRP.
Il successo di Ripple è dovuto al favore con il quale le banche guardano a questa criptovaluta. Sono oramai tanti gli istituti a ritenere che Ripple non sia un problema ma bensì una occasione da cogliere al volo. Non è un caso, quindi, se Ripple oggi è ai livelli record su cui tanti si è parlato grazie alla decisione di un consorzio di banche asiatiche di sperimentare l’uso della criptovaluta come punto di partenza per un nuovo sistema di carte di pagamento. E’ appunto in questo contesto che la quotazione XRP ha superato prima quota 1 dollaro e poi quota 2 dollari. Un andamento da guinness considerato che tutto è avvenuto tra Natale e Capodanno. Ma perchè Ripple piace così tanto alle banche? La spiegazione è in primo luogo di ordine pratico: Ripple vanta un tempo di settlement pari a 4 secondi che non ha eguali nel confronto con le altre criptovalute. Il Bitcoin, infatti, richiede circa un’ora per la certificazione della transazione mentre Ethereum ha bisogno di circa 2 minuti. Si tratta di tempi biblici in un settore che dovrebbe essere invece caratterizzato da estrema velocità. Oltre a questo elemento c’è poi un’altra ragione per la quale Ripple è crescita più del Bitcoin. A differenza di tutte le altre criptovalute a partire proprio dal BTC, Ripple vanta un indirizzo fisico che è quello della startup americana che ha creato questo progetto.
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