La vita di un certificato finanziario è caratterizzata da una serie di date particolarmente importanti. La prima è naturalmente rappresentata dall’inizio del collocamento, ovvero il giorno in cui l’emittente prevede che sia possibile effettuare la sottoscrizione del certificato, cui corrisponde – di contro – la fine del collocamento, ovvero il termine ultimo per poter sottoscrivere lo strumento. È a questo punto che l’emittente comunica l’esito del collocamento agli investitori, attribuendo ai richiedenti i certificati e definendo così l’ammontare dell’emissione.
Una volta superata questa fase, c’è la data di valutazione: l’emittente fisserà il valore iniziale del sottostante, da cui potrà dipendere il payoff del certificato. Si passa quindi alla data di emissione, il giorno in cui il certificato “nasce”, eventualmente coincidente con la data di regolamento (il giorno in cui il certificato è messo a disposizione dell’investitore).
Tra le altre date maggiormente importanti rileviamo quella di osservazione del valore del sottostante, utile per poter effettuare o meno un rimborso anticipato, maggiorato del bonus o di un premio. C’è poi la data di stacco della cedola: al verificarsi della condizione minima per il pagamento del premio, è prevista una data in cui tale importo viene staccato dal corso del certificato.
Vi è quindi la data di valutazione finale, in cui viene fissato il valore finale del sottostante, evidentemente fondamentale per poter conoscere e calcolare l’importo del rimborso alla scadenza. Tra le altre date, rileviamo quella di scadenza, ovvero la data di fine vita del certificato, e la record date, cioè la giornata contabile al termine della quale si rileva la titolarità dei certificati.
Naturalmente, vi è poi l’ultima tappa, quella del pagamento, in cui l’emittente invia agli intermediari il flusso di cassa relativo al rimborso dei certificati.
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