
Nelle ultime settimane ci siamo occupati quotidianamente di certificates, o certificati finanziari, e abbiamo altresì cercato di comprendere quali siano le loro nuove emissioni e le loro caratteristiche.
Occupiamoci oggi di un piccolo tassello formativo in questo contesto, cercando di comprendere che cosa siano i certificati a capitale protetto e i certificati a capitale non protetto. Dedicheremo invece un separato approfondimento alla via “intermedia” tra queste due forme estreme, ovvero i certificati a capitale condizionatamente protetto.
Certificati a capitale protetto
Cominciando dai primi, definiamo i certificati a capitale protetto come degli strumenti finanziari che danno all’investitore la possibilità di impiegare i propri soldi in attività sottostanti, garantendo la tutela di tutto o parte del capitale investito, ammesso che siano sottoscritti durante la fase di collocamento, e che siano detenuti fino alla naturale scadenza del prodotto.
Di norma, fanno parte dei certificati a capitale protetto due distinte versioni, quali:
- Equity Protection: in versione long (rialzista) o short (ribassista), i certificati di questa categoria permettono di partecipare in un caso ai rialzi delle quotazioni dell’attività finanziaria sottostante, mentre nella seconda ipotesi ai ribassi della stessa. Alla scadenza viene protetto il prezzo di emissione o, almeno, una percentuale di esso;
- Digital: i certificati che sono ricondotti a questa categoria permettono di ottenere una remunerazione periodica se alle date di rilevazione il sottostante quota a un livello pari o superiore a quella di rilevazione iniziale, proteggendo a scadenza il capitale o una parte di esso.
Certificati a capitale non protetto
I certificati a capitale non protetto sono strumenti finanziari che replicano l’andamento dei valori delle attività sottostanti. Alcuni prodotti appartenenti a questa categoria prevedono altresì la partecipazione ai movimenti del sottostante, in maniera più o meno proporzionale.
Fanno parte di questa categoria i certificati Benchmark, che replicano al rialzo o al ribasso l’andamento dell’attività finanziaria sottostante, senza effetto leva.
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