Grazie agli spunti educativi di Acepi, negli scorsi giorni ci siamo occupati con particolare attenzione alle “variabili in gioco” dei certificati finanziari di investimento, ovvero a tutti gli elementi che possono influenzare il valore di un certificato di investimento.
Senza voler rammentare eccessivamente quel che abbiamo già elaborato, possiamo pur sempre ricordare in questa ipotesi come molto dipenda dalla strategia dell’investitore.
Se infatti l’investitore ha una strategia di tipo buy and hold, perché preferisce acquistare un titolo e tenerlo fino alla scadenza naturale nel proprio portafoglio, la variabile che dovrebbe valutare con maggiore attenzione sarà rappresentata dal valore del sottostante a scadenza, declinando poi la propria valutazione a seconda della struttura del certificato, che potrebbe avere barriere o rimborsi anticipati.
Se invece l’investitore ha una strategia più dinamica, e non vuole mantenere il certificato fino alla scadenza, perché lo vuole chiudere prima di tale termine, allora dovrà cercare di prevedere in che modo il certificato e il suo valore reagiscono ad alcune variabili rilevanti per poter determinare l’andamento dei prezzi sul mercato secondario.
Di alcune variabili abbiamo parlato già negli ultimi giorni, come la volatilità del sottostante, il trascorrere del tempo, la dinamica dei tassi di interesse e la variazione delle valute in cui sono espressi i prezzi dei sottostanti e ancora i dividendi che sono attesi durante la vita del certificato.
L’ultimo elemento su quale vogliamo concentrarci, se il sottostante è composto da una pluralità di asset, è legato alla correlazione.
Non sfugge infatti che il sottostante di alcuni certificati finanziari di investimento sia costituito da una pluralità di titoli e di indici, piuttosto che da un singolo titolo.
In queste ipotesi, una variabile molto importante da considerare è il legame che caratterizza i movimenti dei rendimenti dei vari sottostanti presenti all’interno del basket, ovvero la loro correlazione.
Se i vari titoli hanno un comportamento omogeneo tra di loro, ovvero se si “muovono” in maniera ordinata nella stessa direzione, probabilmente l’indice di correlazione tenderà a 1. Di contro, se i titoli hanno movimenti non omogenei, muovendosi in modo opposto, la correlazione si avvicinerà a 0 o potrebbe essere anche negativa.
Di solito, minore è la correlazione, maggiore è l’effetto della diversificazione e, dunque, più bassa sarà la volatilità.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
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