Sono sempre più diffusi e sempre più sottoscritti dagli investitori. Ma siamo sicuri che i certificati di investimento Cash Collect siano il prodotto finanziario più adatto a tutti? Sono davvero così vantaggiosi come sembra? O ci sono alcuni aspetti sui quali sarebbe più opportuno cercare di soffermarsi?

Cosa sono i Cash Collect

Per chi non ne fosse a conoscenza, i Cash Collect sono particolari strumenti finanziari derivati, emessi da un istituto (in genere, una banca), e in grado di garantire il pagamento del valore nominale alla scadenza, e di uno o più premi durante il periodo di operatività del certificato, a condizione che il sottostante del contratto non scenda oltre un certo limite.

Convengono i Cash Collect?

Ma i Cash Collect convengono?

La struttura di questi prodotti è abbastanza semplice (almeno, una volta chiarito il meccanismo), ma esistono comunque alcuni aspetti sui quali gli investitori farebbero bene a soffermarsi.

In primo luogo, è bene rammentare che i Cash Collect puntano generalmente a un solo strumento sottostante, come un’azione. Concentrano dunque un elevato rischio specifico, poi il destino dell’investimento sarà legato alle evoluzioni della società sottostante. Non solo: essendo un derivato l’investitore non diventerà titolare dell’azione sottostante, ma subirà comunque gli effetti pregiudizievoli di un default o di un andamento negativo della società sottostante (e, in più, rimane esposto al rischio default da parte della banca emittente!).

In secondo luogo, è opportuno cercare di soffermare particolare attenzione ai livelli “barriera”. Affinché il certificato Cash Collect paghi il valore nominale alla scadenza, è infatti necessario che il sottostante non scenda sotto la barriera, un livello che teoricamente corrisponde a una perdita che difficilmente il sottostante subirà ma… che in particolari periodi storici potrebbe trovare (purtroppo) della concretezza.

Insomma, i Cash Collect non sono assimilabili a obbligazioni, come purtroppo qualche collocatore lascia intendere, ma sono dei derivati tendenzialmente speculativi, vere e proprie “scommesse” sul futuro dell’andamento del sottostante.

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