Nei nostri approfondimenti sui certificates abbiamo recentemente introdotto alcune delle principali categorie di certificati, citando – tra gli altri – quelli turbo. Ma che cosa sono i certificati turbo, o turbo certificates? Quali sono le loro caratteristiche distintive?
Cosa sono i certificati turbo?
I certificati turbo sono una particolare tipologia di certificati a leva, rivolti soprattutto a quegli investitori che desiderano sfruttare in maniera più che proporzionali i movimenti al rialzo o al ribasso dell’asset sottostante (cioè, del prodotto finanziario cui si riferiscono).
Non molto diffusi in Italia (sono emessi solo da poche banche, prevalentemente appartenenti a gruppi internazionali, come BNP Paribas), sono strumenti finanziari derivati poiché – come noto – il loro valore è legato a quello del sottostante, come un indice azionario, un’azione, una coppia valutaria o una materia prima.
Come i prodotti della stessa categoria, anche la liquidità dei certificati turbo quotati sul SeDex di Borsa Italiana è garantita dalla presenza del market maker, che è generalmente il desk trading dell’emittente.
Tipologie dei certificati turbo
Nel nostro mercato esistono principalmente due tipologie appartenenti ai certificati turbo, ovvero i certificati turbo long, e quelli short.
Nel primo caso (certificati turbo long, o long turbo certificate), si tratta di strumenti finanziari che permettono all’investitore di guadagnare quando i prezzi dell’asset sottostante salgono. Nel secondo caso (certificati turbo short, o short turbo certificate), invece, l’investitore ottiene un rendimento positivo quando i prezzi di mercato dell’asset sottostante decrescono.
Considerata la particolare funzione “moltiplicatoria” del certificato turbo, il movimento rialzista o ribassista non potrà che essere moltiplicato per il valore della leva finanziaria del certificato. Sintetizzando e semplificando il funzionamento, ne deriva che se l’investitore impiega il proprio capitale in un certificato turbo con leva 6, e il movimento del sottostante (favorevole, ovvero al rialzo in caso di certificato long, o al ribasso in caso di certificato short) è stato dell’1%, il trader porterebbe a casa un rendimento del 6% (o, meglio, il valore del certificato turbo si incrementerebbe del 6%).
Differenza tra certificati a leva fissa e dinamica
Quando abbiamo introdotto le varie categorie di certificati, abbiamo definito i certificati turbo come certificati a leva dinamica, in contrapposizione con i certificati a leva fissa. Ma cosa significa?
Anche in questo caso, con un pizzico di sforzo di sintesi, possiamo rammentare come la leva finanziaria dei certificati turbo vari a seconda del valore dell’asset sottostante. Dunque, più il valore del sottostante si avvicina al knock-out, ovvero alla soglia di prezzo che se viene raggiunta o viene superata conduce il certificato turbo a scadere prematuramente, e a perdere l’intero proprio valore, più il valore della leva finanziaria cresce. Di contro, man mano che il valore del sottostante si allontana dal knock-out, più la leva finanziaria diminuisce.
Considerazioni sull’uso dei certificati turbo
Da quanto sopra il trader più accorto dovrebbe ovviamente trarre alcune indicazioni di massima che potrebbero orientare il proprio operato.
Innanzitutto, appare evidente come valori maggiori della leva finanziaria corrispondono anche a maggiori livelli di rischio dell’investimento, e come l’investitore dunque non debba eccedere o, meglio, non dovrebbe andare al di là di quanto suggerito dalla propria profilatura finanziaria.
Di contro, è anche vero che rispetto ai certificati turbo a leva fissa, questi prodotti possono tendenzialmente detenuti per un periodo maggiore in portafoglio: rispetto ai certificati con leva fissa, infatti, questi strumenti non soffrono di effetti negativi delle prestazioni, determinati dal fenomeno del compounding effect, che è invece tipico degli strumenti a leva fissa.
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