Quante e quali sono le attese che devono essere pagate sui certifcates? Investire in questo genere di strumento finanziario conviene oppure c’è solo da rimetterci a causa della tassazione? Molto attenti alle proprie finanze, gli investitori italiano sono ovviamente molto esigenti quando si parla di profitto al netto delle imposte. E’ per questo motivo che l’argomento tassazione certificates è molto ricercato. Conoscere quello che è l’ammontare della tasse significa anche avere la possibilità di farsi un’idea. Ovviamente la lettura di questo post è subordinata ad un serio studio generale sui certificates. Altrove abbiamo risposto alla domanda cosa sono e come funzionano i certificates. Adesso, invece, è tempo di analizzare quali sono le tasse che si pagano sui certificates. Lo facciamo in un post apposito che si consiglia di leggere in simultanea all’articolo dedicato a quali sono i certificates migliori oggi

Certificates in Redditi Diversi

Dal punto di vista fiscale i certificates vengono considerati come strumenti finanziari tra i più efficienti. Per capire il perchè di questa fama è necessario analizzare la normativa sulla tassazione. A differenza di altri prodotti come ad esempio gli ETF ma anche i fondi, i certificates sono assimilati a Redditi Diversi. Questa identificazione nella voce Redditi Diversi avviane sempre a prescindere dal caso in cui si sia dinanzi ad una plusvalenza o a una minusvalenza. Il motivo di tutto questo è da ricercare nel fatto che, per loro natura stessa, i Certificates pagano sempre importi aleatori, vale a dire somme che sono legate al verificarsi di determinate condizioni e eventi. E’ la struttura stessa dei Certificates a determinare questa forma di fiscalità. Non è infatti affatto detto che un evento si verifichi e, in termini di reddito, questo ha logicamente un impatto. 

Certicates aliquote fiscali

Nel caso di plusvalenze ottenute attraverso certificates, l’aliquota fiscale che viene applicata ammonta al 26%. E’ questo l’ammontare previsto dalla normativa sui certificates. Sempre la normativa prevede anche che le plusvalenze generate da investimenti in certificati possano essere usate come compensazione delle perdite eventualmente derivanti da altri strumenti finanziari. Ad esempio le plusvalenze dei certificates si possono usare in copertura delle minusvalenze maturate su fondi ed ETF. E’ questo un vantaggio di non poco conto in termini fiscali. 

Ci sono poi delle norme particolari. A partire dall’1 setembre 2013, solo alcuni tipi di Certificati sono soggetti alla tassazione sulle rendite finanziarie nota come Tobin Tax. In questo caso la normativa prevede l’applicazione di questa aliquita a tutti quei certificati che, come sottostante, hanno azioni italiane (ossia di Borsa Italiana) che presentano capitalizzazione non inferiore a 500.000 euro.

La tobin tax sui certificates non è comunque dura. La stragrande maggioranza dei certificates quotati è infatti soggetta all’applicazione di una Tobin forfettaria  sul controvalore della transazione. Tale aliquota, inoltre, è di un quinto più bassa rispetto alla normale aliquota sugli altri strumenti.

Volendo tirare le somme, quindi, possiamo affermare che la tassazione sui certificates è vantaggiosa. Anche dal punto di vista delle tasse, quindi, investire in certifcates conviene. Sta poi all’investitore scegliere il migliore. 

Certificates – Guida per principianti

1) Certificates definizione: cosa sono e come funzionano

2) Certificates: le caratteristiche di tutte le principali tipologie

3) Certificates: come scegliere i migliori per la propria strategia di investimento

4) Certificati: differenze tra classe A e classe B

5) Certificati turbo: cosa sono e quali sono le loro caratteristiche

6) Tracker certificate: cosa sono e come funzionano

7) Certificati Twin-win: cosa sono e quali sono le loro caratteristiche

8) Cash Collect, ecco cosa sapere prima di investire in certificati

9) Corridor Certificate: cosa sono e come funzionano i certificati per investire sui mercati laterali

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