giacca e cravatta con ciuffetti di erba che emergono dal taschino

Il processo di transizione ecologica che sembra essere ormai tra le priorità nei programmi dei Paesi europei e dell’Ue in particolare, necessita per la sua buona riuscita di un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche.

Ci si riferisce quindi a materiali strategici per varie attività produttive, a cominciare dalla produzione di batterie e pannelli fotovoltaici, indispensabili per la mobilità elettrica e per ridurre i consumi domestici e industriali di gas ed energia elettrica da fonti fossili.

Ci si aspetta quindi nei prossimi anni una inevitabile impennata della domanda di minerali e metalli di questo tipo, cioè appunto le cosiddette materie prime critiche. La maggior parte di esse tuttavia non arriva da Paesi all’interno dell’Unione Europea ma al suo esterno, in particolare dalla Cina che, come stiamo vedendo, continua nel frattempo ad avvicinarsi sempre più alla Russia di Vladimir Putin.

La frattura con il blocco Cina – Russia determinato dalla posizione ostile assunta dai Paesi Ue – Nato nei confronti di quest’ultima in particolare, non è sicuramente la migliore delle premesse per muoversi verso la transizione energetica, né d’altra parte è la migliore delle premesse per tutelare il benessere dei cittadini del Vecchio Continente a tutto tondo.

Ma dal momento che l’autonomia decisionale dei Paesi europei rispetto a quelle che sono le scelte in materia di geopolitica operate da Washington è pressoché inesistente, è chiaro che anche nel tentativo di raggiungere gli obiettivi della transizione energetica occorre fare buon viso a cattivo gioco, con tutto ciò che ne deriva in termini di disagio per i cittadini.

Si pone quindi l’esigenza di ridurre il più possibile la dipendenza dell’Unione Europea di materie critiche da Paesi come la Cina, e anche l’Italia si sta muovendo in questa direzione.

L’Italia attiva il Tavolo nazionale per le materie critiche

In quest’ottica quindi l’Italia si sta muovendo con il Tavolo nazionale per le materie critiche, promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Al tavolo prendono parte solo esponenti del mondo della politica e dell’industria, oltre che naturalmente esperti del settore.

Ne ha parlato in questi giorni il ministro Adolfo Urso, che ha evidenziato quali sono gli obiettivi che ci si prefigge, spiegando che il tavolo nasce per “compenetrare le esigenze del sistema produttivo con gli obiettivi del rispetto ambientale, in una strategia Paese che determini anche le scelte europee e occidentali per l’autonomia strategica rispetto al predominio della Cina“.

Sulla linea tracciata dal ministro si tenta quindi di creare una strategia industriale sulle materie prime critiche essenziali per portare avanti il progetto della transizione energetica.

Lo stesso ministro ha inoltre spiegato che “il tavolo è anche funzionale a definire il fabbisogno del Paese nella duplice transizione Green e digitale e fornire utili elementi in vista del ‘Critical Raw Materials Act’ che sarà presentato dalla Commissione europea in primavera. Siamo assolutamente convinti che occorra soprattutto in questo campo una politica europea assertiva che utilizzi risorse comuni anche attraverso il Fondo sovrano europeo. Il tavolo inoltre potrà aiutarci nella definizione di una nuova normativa nazionale sull’estrazione mineraria”.

Intanto il ministro per l’Ambiente e la Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin ha evidenziato che per l’Europa è molto importante ridurre la dipendenza dai Paesi stranieri per quel che riguarda le materie prime critiche necessarie per il processo di decarbonizzazione.

Il ministro ha sottolineato quindi che occorrono misure volte a promuovere l’economia circolare, e ha spiegato infatti che “dovremo investire di più per una migliore gestione degli scarti, puntando alla raccolta, alla selezione, e al recupero delle materie prime contenute nei rifiuti; abbandonare la visione del ‘rifiuto come problema’ e sfruttare appieno il ‘rifiuto come risorsa’, da usare in modo intelligente, creativo e rigenerativo”.

“Il governo intende promuovere tale approccio con iniziative di sistema, meccanismi incentivanti, comunicazione e semplificazioni normative in attuazione e revisione dei piani strategici” ha quindi concluso il ministro Fratin.

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