Le spiagge italiane sono state sommerse dalla spazzatura, e recentemente sono emersi dati allarmanti sulla situazione. Durante l’edizione 33 di “Spiagge e Fondali Puliti”, una campagna promossa da Legambiente per il controllo e la pulizia dei rifiuti lungo le coste italiane, centinaia di volontari di ogni età hanno partecipato attivamente.
Lo slogan di quest’anno, “Chi ama la spiaggia, la tratta con i guanti”, ha sottolineato l’importanza di proteggere l’ecosistema marino e ha invitato tutti ad adottare uno stile di vita sostenibile. È un messaggio potente che ci ricorda come il nostro impegno individuale possa fare davvero la differenza.
La campagna ha ricevuto il sostegno di diversi partner, tra cui la nuova entrata Emporio Armani, che ha svolto un ruolo principale, e i confermati Sammontana e Biotherm, anche loro partner principali. Un’altra nuova entrata è stata Very Mobile, che ha contribuito a sostenere l’iniziativa.
Tuttavia, nonostante gli sforzi compiuti, il problema del marine litter continua a rappresentare una delle principali minacce ambientali. L’indagine “Beach litter 2023” condotta da Legambiente ha mantenuto alta l’attenzione su questa emergenza dei rifiuti sulle spiagge italiane.
Ripuliti oltre 232 mila metri quadrati di spiaggia
Quest’anno sono stati monitorati 38 lidi appartenenti a 15 Regioni diverse. Sono stati campionati 232.800 metri quadrati di spiaggia, e il totale dei rifiuti raccolti è stato di 36.543. Ciò significa una media di 961 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia.
Per rendere l’idea, immaginiamo due corsie di una piscina olimpionica completamente piene di rifiuti. Di questi, il 72,5% è costituito da polimeri artificiali/plastica, che ancora una volta rappresentano il materiale più comune rinvenuto.
E la cosa più grave è che la situazione è peggiorata quest’anno con l’aumento dei rifiuti di vetro/ceramica, che rappresentano il 9,2% del totale. Questi rifiuti sono principalmente costituiti da materiali da costruzione come tegole, mattoni e piastrelle, smaltiti illegalmente sulla spiaggia.
Altri materiali raccolti includono metallo (6,8% dei rifiuti raccolti), carta e cartone (3,9% del totale), tessuti, legno trattato, gomma, bioplastica, rifiuti alimentari e sostanze chimiche.
Come affrontare l’emergenza rifiuti sulle spiagge
La situazione evidenziata dall’indagine “Beach litter 2023” è estremamente preoccupante e richiede un intervento deciso per contrastare questo diffuso inquinamento sulle nostre spiagge. È necessario adottare misure efficaci per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della tutela dell’ambiente marino e promuovere un cambiamento verso uno stile di vita sostenibile.
La campagna Spiagge e Fondali Puliti, promossa da Legambiente, si basa sul concetto di citizen science, impegno civico e cittadinanza attiva per combattere il marine litter.
Secondo il direttore generale dell’organizzazione, Giorgio Zampetti, la sinergia che si crea attraverso la partecipazione attiva dei cittadini è fondamentale per sensibilizzare tutti riguardo alle abitudini sbagliate e dannose per l’ambiente. Inoltre, Zampetti sottolinea l’importanza della collaborazione delle istituzioni locali e nazionali e delle aziende e delle industrie per applicare politiche sostenibili per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti.
Quali sono i rifiuti che finiscono sulle nostre spiagge
L’indagine Beach Litter ha rivelato che le spiagge continuano ad essere il principale luogo in cui finiscono in modo indiscriminato le attività umane, e che il 52% dei rifiuti monitorati corrisponde a soli 10 tipi di oggetti, su un totale di 180 categorie.
In particolare, i frammenti di plastica di dimensioni comprese tra 2,5 cm e 50 cm rappresentano il 10,9% del totale, seguiti dai tappi e i coperchi con l’8,6% e dai mozziconi di sigarette con il 6%. Al quarto posto si trova il materiale da costruzione con il 5,8%, seguito dai cotton fioc in plastica al quinto posto con il 4%.
Al sesto e settimo posto della classifica ci sono i frammenti di polistirolo di dimensioni comprese tra 2,5 cm e 50 cm e le bottiglie e i contenitori per bevande. Al l’ottavo e decimo posto si trovano altri oggetti di plastica e le bottiglie di vetro (incluse le loro parti frammentate), che rappresentano le nuove entrate negative nella top ten dei rifiuti spiaggiati. La classifica evidenzia la necessità di un maggiore impegno delle istituzioni e delle aziende per ridurre la produzione di rifiuti e adottare pratiche e azioni sostenibili.
La partecipazione alla campagna Spiagge e Fondali Puliti rappresenta un’opportunità unica per creare una rete di cittadini in Italia e oltre i nostri confini, al fine di preservare un Mediterraneo più pulito e salubre. La collaborazione tra cittadini, istituzioni e imprese è la chiave per ridurre l’impatto del marine litter sul nostro ambiente marino e sulla nostra salute.
L’impatto dei rifiuti di plastica sulle spiagge è un problema significativo che richiede attenzione e azioni concrete per affrontarlo. Secondo i dati raccolti da Legambiente, il 46% dei rifiuti di plastica trovati sulle spiagge è costituito dai 10+1 oggetti considerati nella Direttiva europea sulla plastica monouso (SUP), che mira a ridurre l’uso di plastiche non biodegradabili e non compostabili. Questa direttiva è stata applicata in Italia a partire da gennaio 2022.
I rifiuti più comuni rinvenuti sulle spiagge sono le bottiglie di plastica, compresi i tappi e i rispettivi anelli, che rappresentano il 15% del totale dei rifiuti e addirittura il 39% dei soli oggetti della categoria SUP. Queste bottiglie sono state trovate ben 5.487 volte dai volontari di Legambiente nelle spiagge campionate. Al secondo posto si trovano i mozziconi di sigaretta e le reti e gli attrezzi da pesca e acquacoltura in plastica, entrambi rappresentanti il 15% della categoria SUP.
Per quanto riguarda i contenitori in plastica per alimenti, che costituiscono l’1% del totale dei rifiuti trovati (corrispondenti al 6% degli oggetti SUP), i bicchieri di plastica rappresentano solo lo 0,7% del totale raccolto e il 3% degli oggetti della categoria SUP. Nella stessa categoria alimentare rientrano anche le posate e i piatti di plastica, che rappresentano l’1% degli oggetti della SUP.
Altri rifiuti rilevanti sulle spiagge includono le cannucce e gli agitatori per cocktail, che rappresentano l’1% dei rifiuti totali e il 3% della categoria SUP. Le buste di plastica costituiscono il 2% del totale dei rifiuti e il 3% della SUP.
È preoccupante notare che le buste di plastica sono ancora presenti sulle spiagge italiane nonostante il divieto in vigore dal 2013, sebbene si sia registrata una riduzione del 55% nell’uso dei sacchetti.
Infine, sono stati rilevati anche assorbenti igienici e palloncini di gomma. Sebbene in quantità meno significativa rispetto ad altri rifiuti, la loro presenza è comunque considerevole. I volontari di Legambiente hanno censito 58 assorbenti igienici e 103 palloncini di gomma. È importante notare che per questi articoli è stata proposta un’etichettatura chiara che evidenzi il loro impatto sull’ambiente e la presenza di plastica.
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