Parco eolico galleggiante

Fotovoltaico ed eolico offshore sono la nuova frontiera delle rinnovabili. La Global Wind Energy Council ha stimato che 16,5 gigawatt di capacità eolica flottante verranno installati entro il 2030.

Inoltre la Solar Power Europe ha stimato che, sempre entro la fine del decennio, la capacità globale di fotovoltaico flottante raggiungerà addirittura i 62 gigawatt, e questo grazie anche alla possibilità di sfruttare le superfici libere nei bacini e negli invasi idroelettrici.

A queste stime ottimistiche si aggiunge anche quella di Coordinamento Free, che ritiene che entro il 2030 le rinnovabili flottanti potrebbero arrivare a quasi 80 gigawatt, tra eolico e fotovoltaico.

Sempre entro la stessa data, stime Anev riportano che il potenziale dell’eolico offshore italiano, basandosi sulle tecnologie attuali e su quelle prevedibili, è di circa 5,5 gigawatt. A questi però si aggiungono oltre 15 gigawatt di progetti di eolico galleggiante già depositati.

Con questi dati si arriverebbe quindi ad una produzione potenziale di circa 40 terawattora. Se sviluppati, questi impianti permetterebbero di risparmiare più di 8 miliardi di metri cubi di gas ogni anno. Senza contare poi che un parco eolico di questo tipo in Germania è stato costruito in appena 3 mesi.

I nuovi progetti creerebbero 470mila posti di lavoro

Tra le misure principali per spingere su questo fronte, la deputata di FacciamoECO, Rossella Murioni, in commissione Ambiente alla Camera ha approvato nel decreto bollette un emendamento che prevede “la procedura abilitativa semplificata per la realizzazione e l’esercizio di impianti solari fotovoltaici flottanti da realizzare su superfici bagnate, ovvero su invasi e bacini idrici artificiali sia grandi che piccoli, ove compatibili con gli altri usi”.

“Per questa tipologia si applicano semplificazioni fino a una potenza di 10 megawatt”. Per il settore elettrico nazionale, il Piano RePowerEu proposto dalla Commissione europea indica un obiettivo di aumento della potenza pari a 85 gigawatt di rinnovabili entro il 2030.

Se l’obiettivo venisse raggiunto, ciò permetterebbe di raggiungere l’84% di rinnovabili nel mix energetico nazionale. Per il nostro Paese però, perseguire questo obiettivo sarà parecchio costoso.

La forte accelerata alle rinnovabili, necessaria per raggiungere gli obiettivi fissati dal RePowerEu, potrebbe comportare un investimento da 309 miliardi nel settore elettrico e nella sua filiera industriale, 345 miliardi di benefici economici cumulati al 2030 in termini di valore aggiunto per filiera e indotto, una riduzione del 75% delle emissioni di gas inquinanti del settore elettrico nel 2030 rispetto ai livelli del 1990 e la creazione di oltre 470mila posti di lavoro nella filiera e nell’indotto elettrico entro il 2030.

I vantaggi del fotovoltaico offshore

Naturalmente il fotovoltaico galleggiante presenta alcuni vantaggi rispetto a quello tradizionale e uno di questi riguarda proprio il fatto che la sua installazione non comporta una perdita di suolo, permettendo quindi di non utilizzare aree pregiate per l’agricoltura.

Un secondo vantaggio è legato invece alla minore evaporazione dell’acqua negli invasi. Inoltre l’impianto potrebbe produrre una quantità maggiore di energia per via dell’effetto di raffreddamento dovuto alla presenza dell’acqua.

Attualmente il parco solare galleggiante più grande d’Europa è situato nel bacino del lago Alqueva, in Portogallo, e conta circa 12mila pannelli solari collocati da Edp. Il bacino inoltre alimenta una diga, che a sua volta è in grado di produrre ulteriore energia idroelettrica.

La superficie di questo impianto è grande quasi quanto 4 campi da calcio ed è in grado di produrre 7,5 gigawattora di elettricità ogni anno, coprendo il fabbisogno energetico di circa 1.500 famiglie e alimentando un terzo del fabbisogno dei Comuni situati nelle prossimità del lago artificiale.

Quello di Alqueva non è che l’ultimo dei progetti approvati dal governo portoghese per cercare di ridurre al minimo la dipendenza dalle importazioni di fossili e allo stesso tempo per aumentare la produzione di energia elettrica partendo da fonti a zero emissioni.

Attualmente il Paese può contare sul 60% di energia prodotta da fonti rinnovabili. Infatti la sola compagnia Edp, tra solare, eolico e idroelettrico può vantare già una produzione pulita pari al 78% del totale, con 19,9 GW su 25,6 GW.

Quali sono le prospettive per l’Italia?

Alex Sorokin, consulente energetico e membro del comitato scientifico di Legambiente, ha anticipato alcuni dati che verranno presentati ufficialmente a ZeroEmission, la filiera delle rinnovabili che riparte a Roma da ottobre.

“In Italia è impossibile realizzare parchi eolici offshore appoggiati sul fondale perché i mari sono profondi anche 3mila metri – ha affermato Sorokin – la scelta dell’eolico offshore galleggiante o flottante è obbligata“.

Secondo quanto affermato dal membro del comitato scientifico di Legambiente, attraverso un programma di circa 10 anni si potrebbero installare in mare circa 3mila turbine galleggianti da 10 MW ciascuna, da posizionare in mare aperto, arrivando così a 30mila MW di parchi eolici.

Purtroppo “in Italia – continua Sorokin – non c’è una strategia industriale, assistiamo a uno sviluppo spontaneo. Servirebbe dare certezze al mercato che richiede importati investimenti a medio termine. Manca una presa di posizione chiara, se non proprio una scarsa accoglienza, da parte delle istituzioni”.

A tutto ciò si aggiunge anche il problema dei porti. “Occorrono aree portuali adeguate perché l’eolico offshore si basa su grandi componenti. Il rischio altrimenti è che gli operatori si rivolgano all’estero e qui da noi si proceda solo all’assemblaggio. Ma così la filiera industriale non decolla“.

Il primo impianto fotovoltaico galleggiante ad essere costruito in Italia sarà in Piemonte, nel bacino artificiale della cava Germanaire. Una volta terminato, l’impianto permetterà di ridurre le emissioni inquinanti, con una dminuzione pari a circa 3.500 tonnellate di CO2 ogni anno.

Per quanto riguarda l’eolico flottante, invece, sempre in Italia il progetto più grande del Mediterraneo è situato al largo della Sicilia, alle Egadi. Il progetto è stato denominato Medwind ed è stato costruito da Renexia del gruppo Toto.

Il progetto prevede un investimento di circa 9 miliardi di euro e consiste nella realizzazione di un parco eolico offshore flottante composto da 190 turbine galleggianti, permettendo di arrivare a una potenza installata di quasi 2,8 gigawatt e ad una produzione annua stimata di circa 9 terawattora ogni anno.

Questo enorme impianto servirà per fornire elettricità a 3,4 milioni di famiglie e permetterà la riduzione delle emissioni di gas inquinanti nell’atmosfera di circa 2,7 milioni di tonnellate ogni anno.

Sono stati presentati anche altri due progetti alla commissione Pnrr Pniec del MiTE. Uno riguarda un progetto per un parco eolico offshore, composto da 72 aerogeneratori, per una potenza totale di 1008 MW, situato nella porzione nord-occidentale del Mar Tirreno, tra i Comuni di Olbia e Civitavecchia, presentato dalla Poseidon Wind Energy Srl.

L’altro progetto, che è stato presentato da Apeneste Srl., riguarda invece la realizzazione e l’esercizio di un parco eolico offshore flottante denominato “Apeneste”, costituito da 61 aerogeneratori, per una potenza complessiva di 930 megawatt, collegati ad una stazione di trasformazione flottante tramite una rete di circuiti sottomarini, e opere di connessione alla Rete di trasmissione nazionale che attraversano i Comuni di Barletta e Andria.

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