La Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (COP28) a Dubai si trova in a fase cruciale, con i negoziatori che delineano il futuro delle politiche ambientali globali. La pausa di riflessione precedente all’ultimo tratto dei negoziati sottolinea le sfide significative che emergono, in particolare riguardo alle fonti fossili e alla necessità di azioni concrete.
La questione delle fonti fossili rimane un punto di contesa tra le nazioni partecipanti. Mentre gli Stati Uniti e l’Unione Europea spingono per un’eliminazione completa, l’Arabia Saudita si oppone, generando tensioni nel negoziato. Il dilemma tra “phase-down” e “phase-out” per le fonti fossili è ancora irrisolto, delineando una scelta critica che influenzerà il corso delle politiche climatiche future.
Il commissario dell’Unione europea per l’azione per il clima, Wopke Hoekstra, ha dichiarato con forza che la COP28 deve segnare “l’inizio della fine dei combustibili fossili“. Tuttavia, il primo “Global Stocktake” rivela un divario significativo dagli obiettivi di Parigi, sottolineando la necessità di azioni tangibili da parte dei governi. Le “buone intenzioni” non sono sufficienti, come sottolineato da Simon Stiell della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
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La questione della finanza climatica aggiunge ulteriore complessità alle discussioni. I Paesi del sud richiedono maggiori fondi, sostenendo che le promesse attuali non sono all’altezza della crisi. Mentre c’è un consenso sull’accelerazione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, la riduzione drastica delle emissioni rimane la sfida principale.
Mentre i negoziatori lavorano al documento centrale, gli attivisti per il clima manifestano fuori dalla sede della COP28. Con un livello crescente di frustrazione, essi spingono per un’eliminazione completa dei combustibili fossili, considerandola l’unica soluzione per affrontare la crisi climatica. La COP28 emerge come una prova chiave per la volontà dei governi di agire con determinazione per garantire un futuro sostenibile.
Il ruolo chiave della biodiversità
Un’analisi del Boston Consulting Group evidenzia l’importanza della biodiversità, collegando il 50% del PIL globale a essa. La proposta di istituire la “Giornata della salute” indica la crescente consapevolezza della connessione tra salute umana e cambiamento climatico. Investimenti annuali significativi sono necessari per promuovere la biodiversità e affrontare i rischi idrici, con impatti diretti sul PIL globale entro il 2050.
La COP28 si trova quindi al crocevia delle decisioni cruciali per il futuro del nostro pianeta. L’eliminazione graduale o completa dei combustibili fossili, insieme a azioni tempestive sulla finanza climatica e la tutela della biodiversità, determineranno il successo o il fallimento nell’affrontare la crisi climatica in modo significativo.
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