Il deputato Felice Maurizio D’Ettore ha interrogato il ministro alla Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, in merito al rapporto governativo allo sviluppo dei parchi marini.
Il ministro Cingolani ha poi risposto: “sono in corso di presentazione presso la struttura competente del Ministero molte iniziative relative a sistemi eolici offshore galleggianti e molte di esse interessano le regioni Calabria, Sicilia e Sardegna“.
L’attenzione del governo è stata focalizzata principalmente sull’eolico offshore nel sud dell’Italia, “soprattutto in determinate aree tirreniche e Canale di Sicilia, dove la mappa dei venti è molto favorevole e i fondali sono particolarmente profondi, spiega poi il ministro Cingolani, riferendo inoltre che al momento sta già discutendo nel dettaglio diverse proposte.
Bisogna poi considerare che l’interesse per questo tipo di tecnologia è abbastanza alto. Infatti alla manifestazione d’interesse aperta dal MiTE a giugno dello scorso anno e dedicata interamente alle turbine galleggianti, hanno risposto più di 60 soggetti.
Inoltre ognuno di essi ha presentato più di un progetto “per una potenza totale ben superiore a quella contemplata dal PNIEC con obiettivo al 2030“, vale a dire una potenza che va ben oltre i 900 MW stimati per la fine del decennio, secondo la versione attualmente in vigore del Piano nazionale.
Il ministro alla Transizione Ecologica ha poi aggiunto che “ciò fa pensare che ci sia una disponibilità e un’apertura degli investitori e degli operatori veramente oltre le aspettative, nonostante sia una tecnologia leggermente più costosa di quella standard a pilone“.
Al fine di supportare un maggiore sviluppo dell’intero settore, il governo sta pensando di introdurre dei nuovi incentivi, a partire da quelli inseriti nel tanto atteso decreto ministeriale FER 2. Si tratta di misure che, come riferito dallo stesso ministro, “destineranno all’eolico offshore un importante contingente che va oltre gli obiettivi fissati dal PNIEC al 2030, perché prendiamo atto della grande proposta che c’è stata”.
A tutto ciò, poi, si affiancano anche i contributi previsti dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. La Missione 2 del PNRR, infatti, prevede che, tra i vari investimenti, circa 680 milioni di euro siano destinati allo sviluppo di 200 MW di impianti integrati offshore.
Le risorse, inoltre, sono dedicate a dei progetti che combinano tecnologie ad alto potenziale di sviluppo, con tecnologie più sperimentali, come ad esempio i nuovi sistemi in grado di sfruttare l’energia del moto ondoso, incluse le turbine galleggianti, mediante la concessione di speciali contributi a fondo perduto.
Grazie alla realizzazione di interventi di questo tipo, si potrebbero produrre circa 490 GWh ogni anno. “Attesa la premialità nell’aggiudicazione dei fondi PNRR per le regioni del Mezzogiorno con il concorso di tutti i portatori di interessi coinvolti nell’implementazione delle progettualità, nonché delle amministrazioni competenti, questa tipologia di impianti rappresenta un sicuro strumento volto al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e al rilancio della competitività del Paese”, conclude il ministro Cingolani.
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