Nel 2021 la Cina ha avviato la costruzione di centrali a carbone per circa 33 GW di nuova capacità installata. Si tratta dell’aumento più consistente registrato dal 2016 ad oggi e corrisponde al triplo degli impianti in costruzione in tutto il resto del mondo.

Inoltre sempre lo scorso anno altri 25 GW di carbone sono andati online. Il secondo semestre del 2021 ha completamente annullato gli ottimiti risultati ottenuti nei primi sei mesi dell’anno, quando la capacità installata era di appena 5,2 GW, ossia l’80% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il 2020.

Un calo rispetto all’anno della pandemia però c’è, infatti nel 2020 sono stati installati in tutto 37 nuovi GW, ossia 12 in più rispetto a quelli dell’anno scorso. Tuttavia le prospettive nel breve termine non mostrano un reale rallentamento di questa tendenza.

Il calo registrato, infatti, è dovuto solamente ad una revisione dei permessi per nuove centrali a carbone che la Cina ha effettuato nel corso del 2021. Questo processo serviva, almeno in teoria, per far abbandonare progetti a tenore emissivo troppo alto.

Tuttavia già nelle prime 6 settimane di quest’anno la macchina del permitting è ripartita in quinta. Basti pensare che sono già arrivate tutte le approvazioni necessarie per la costruzione di 5 impianti a carbone, per una potenza installata complessiva di 7,3 GW.

E su questo punto si innesta il boom dell’acciaio cinese segnato lo scorso anno. Secondo il CREA (Centre for Research on Energy and Clean Air) e il GEM (Global Energy Monitor), le nuove acciaierie basate sul carbone costruite nel solo 2021, per una capacità complessiva di 74 milioni di tonnellate, comportano degli investimenti pari a circa 70-110 miliardi di dollari.

Si tratta però di investimenti a rischio, considerando che gli impianti hanno una vita operativa media di 20-40 anni e ciò entrerebbe in netto contrasto con le politiche necessarie per rimanere in linea con gli obiettivi climatici al 2030 e 2050.

Secondo CREA e GEM questi numeri mettono in seria discussione la capacità della Cina di raggiungere il picco di carbonio entro la fine del decennio, come garantito precedentemente da Pechino.

Nel rapporto pubblicato in questi giorni infatti si legge: “se la crescita della domanda di elettricità ritorna al trend pre-Covid-19, saranno necessari circa 175 GW all’anno di eolico e solare in più perché le emissioni del settore energetico raggiungano strutturalmente il picco, tenendo conto delle aggiunte mirate di energia nucleare e idroelettrica“.

“Questo sarebbe un aumento del 75% rispetto al tasso di installazioni eoliche e solari raggiunto nel 2020 e nel 2021″, aggiungono infine CREA e GEM.

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