Arriva una doccia fredda sulla proposta avanzata da Bruxelles di includere gas e nucleare tra gli investimenti green e quindi meritevoli di finanzimenti da parte dell’Unione.
La Piattaforma Ue sulla finanza sostenibile, organismo creato dalla stessa Commissione europea il cui scopo è quello di valutare i criteri di screening tecnico sugli investimenti verdi, ha detto no alla richiesta di Bruxelles di inserire gas e nucleare, con determinate condizione specificate nella bozza, nella nuova classificazione delle attività economiche verdi.
Dopo un’attenta valutazione durata appena 3 settimane, gli esperti Ue hanno stabilito che i criteri tecnici previsti per metano e atomo non sono compatibili con gli obiettivi ambientali della tassonomia. Infatti occorre ricordare che l’Unione europea ha posto dei paletti ben precisi.
In particolare, le centrali a gas che verranno autorizzate entro il 31 dicembre 2030 dovranno utilizzare quote crescenti di biometano o idrogeno, pari al 30% a partire dal primo gennaio 2026, al 55% a partire dal 2030 e al 100% a partire dal 2036.
Inoltre dovranno generare emissioni direte inferiori a 270 grammi di CO2 equivalente per kWh, oppure restare su una media annua di 550 kg di CO2 equivalente per kWh per un periodo di 20 anni. Nonostante ciò secondo gli esperti questi criteri non possono garantire un contributo sostanziale alla mitigazione del cambiamento climatico.
L’unico criterio valido tra questi sarebbe quello di restare al di sotto dei 100 grammi di CO2 equivalente per kWh sul ciclo di vita.
Per quanto riguarda il nucleare, invece, la Piattaforma ritiene che i criteri stabiliti non garantiscono in alcun modo che non ci sia alcun danno significativo per gli obiettivi ambientali, tra cui troviamo:
- la transizione verso un’economia circolare;
- l’uso sostenibile e la protezione dell’acqua e delle risorse marine;
- la prevenzione e il controllo dell’inquinamento;
- la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.
Intanto la Germania ha confermato la propria posizione ambivalente sulla tassonomia. Da una parte infatti si dice contraria all’inclusione del nucleare, mentre dall’altra ha chiesto a Bruxelles di allentare i vincoli presenti per le centrali a gas.
Secondo Berlino il gas può essere considerato un combustibile ponte che consentirebbe alla Germania di uscire dal carbone e di ridurre le emissioni nel breve termine, come riportato dall’agenzia Euractiv facendo riferimento ad una nota inviata dal governo tedesco a Bruxelles, nella quale si affermava che gli obiettivi sul gas rinnovabile al 2026 e 2030 non sono realisticamente raggiungibili.
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