Dopo un lungo processo di valutazione, la Commissione europea ha finalmente inviato agli Stati membri la bozza del terzo atto delegato del regolamento sulla tassonomia.

Si tratta di un testo che inserisce il gas e il nucleare nella tassonomia Ue, etichettandoli definitivamente come tecnologie verdi ai fini della finanza sostenibile. La Commissione europea ha quindi deciso di intraprendere la via del compromesso per non rischiare di scontentare nessuna delle grandi economie europee.

Attraverso una nota stampa, infatti, Bruxelles fa sapere che “tenendo conto dei pareri scientifici e degli attuali progressi tecnologici, nonché delle diverse sfide di transizione tra gli Stati membri, la Commissione ritiene che il gas naturale e il nucleare abbiano un ruolo come mezzi per facilitare la transizione verso un futuro prevalentemente basato sulle energie rinnovabili“.

“Nel quadro della tassonomia, ciò significherebbe classificare queste fonti energetiche a condizioni chiare e rigorose, affinché contribuiscano alla transizione verso la neutralità climatica“.

Cosa prevede l’atto delegato sulla tassonomia verde?

La proposta della Commissione arriva a conclusione di un lungo processo di valutazione avviato nel 2020, che ha richiesto anche il supporto scientifico del Centro di ricerca, assieme al parere del Gruppo di esperti sulla radioprotezione e sulla gestione dei rifiuti, e del Comitato scientifico per la salute, l’ambiente e i rischi emergenti sugli impatti ambientali.

In definitiva l’atto delegato definisce le condizioni che permetterebbero di inserire metano e nucleare nella tassonomia Ue, consentendo anche, tra le altre cose, di ridurre il costo di finanziamento per i nuovi progetti che riguardano queste fonti.

Più in dettaglio, la bozza prevede che gli investimenti in progetti che riguardano il nucleare vengano etichettati come “green” a patto che questi presentino un piano di sviluppo, dei fondi e un sito di stoccaggio dei rifiuti radioattivi ben definiti. Inoltre è necessario che abbiano ricevuto i rispettivi permessi di costruzione entro il 2045.

Questa classificazione apre la porta anche agli impianti già esistenti, considerando come attività green anche l’estensione del ciclo di vita “in considerazione dei tempi lunghi per gli investimenti in nuova capacità di generazione nucleare”. Tuttavia la Commissione europea precisa che i criteri per concedere questo tipo di estensioni dovrebbero includere modifiche e miglioramenti della sicurezza degli impianti.

Per poter definire green gli investimenti nel gas, invece, le nuove centrali devono necessariamente sostituire gli impianti più inquinanti già esistenti. Inoltre queste devono produrre emissioni per un massimo di 270 g di CO2e per kWh, anche se i tecnici europei consigliavano una soglia di 100 g per kWh, e nel contempo ricevere tutte le autorizzazioni necessarie entro e non oltre il 31 dicembre 2030.

Ma questo non è tutto. La bozza stabilisce che la capacità produttiva del nuovo impianto non deve superare di più del 15% quella dell’impianto sostituito e che dimostri di essere compatibile con il “gas a basse emissioni”.

Inoltre è richiesta la ricerca di piani e strategie per utilizzare “almeno il 30% di gas rinnovabili o low carbon a partire dal 1 gennaio 2026“, passando al 55% a partire dal 1 gennaio 2030 e terminando con la completa transizione entro il 31 dicembre 2035.

Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento. Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati. Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta, causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://www.borsainside.com.