La bolla delle auto elettriche rischia davvero di scoppiare? E’ ancora presto per dirlo, ma vi sono molti segnali che invitano ad agire con cautela e a non farsi prendere da facili entusiasmi. In questo senso, il caso Rivian può insegnarci molto.

A pochi giorni dal debutto a Wall Street, il titolo della start-up che punta a conquistare il segmento dei pick-up elettrici – segmento decisamente ricco negli Stati Uniti – è praticamente esploso. Con un valore iniziale di 78 dollari, è ben presto arrivato sopra i 180 dollari per poi perdere il 15% nella seduta di ieri.

Per poche ore Rivian è stata la terza casa automobilistica al mondo per capitalizzazione. Secondo alcune stime e valutazioni di mercato, il titolo valeva addirittura più di Volkswagen e ancora oggi continua a valere più di Daimler Mercedes e Stellantis.

I ricavi Rivian sono pari a zero

Come è normale in questo ambito, gli investitori fanno le loro valutazioni cercando di proiettarle sul futuro. Occorre però ricordare una cosa importante, e cioè che a differenza di molti altri marchi come Volkswagen e Stellantis (per nominare gli stessi citati precedentemente), i ricavi di Rivian sono pari a zero ed anche le vendite sono praticamente pari a zero.

Infatti oltre al pick-up utilizzato da Jeff Bezos per raggiungere la sua navicella Blue Origin, e a pochi altri forniti ai dipendenti, Rivian ha consegnato pochissimi mezzi. E lo stesso discorso vale anche per le altre società che pure puntano al trono di Tesla, come Lucid o le cinesi Xpeng e Nio.

Tesla resta prima al mondo

Tesla resta la casa automobilistica più preziosa al mondo, con oltre mille miliardi di capitalizzazione. Quindi la prima risposta, del tutto logica, di fronte al dubbio che possa nascondersi una bolla di mercato dietro le auto elettriche riguarda proprio l’azienda del miliardario Elon Musk: “anche Tesla era partita con poche consegne e zero ricavi”.

Questo è vero, ma bisogna considerare anche due fattori importanti, ossia due differenze sostanziali tra l’andamento del mercato attuale e quello agli esordi di Tesla. Nel periodo del suo esordio, infatti, Tesla era sola nella produzione di auto elettriche ed oggi le grandi case automobilistiche non sono di certo rimaste a guardare.

Grandi marchi come Volkswagen e Toyota hanno intuito fin da subito che il futuro della mobilità sarà elettrico e si sono già attrezzate per fare concorrenza alle start-up nate appositamente per produrre e-car.

Occorre agire con prudenza

Tornando quindi al quesito iniziale, ossia se siamo o meno di fronte ad una bolla di mercato simile a quella delle dotcom di inizio anni duemila, possiamo solo affermare che attualmente è molto difficile fare delle previsioni, ma l’unica cosa certa è che occorre agire con molta prudenza per evitare di ritrovarsi con brutte sorprese.

Infatti se guardiamo al caso delle dotcom vediamo che moltissimi titoli che inizialmente sembravano invincibili si sono poi persi per strada. Proprio per questo motivo prima di investire pesantemente in un titolo è meglio riflettere con calma e valutare bene tutte le possibilità.

Non basta infatti il disegno avveniristico di un’e-car per determinare il successo di un’azienda nel lungo termine. Ben presto il mercato arriverà a chiedere il conto di vendite, le consegne e i ricavi.

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