L’industria del cemento e del calcestruzzo ha annunciato di essere pronta ad investire 4,2 miliardi di euro per l’avvio di un percorso condiviso sulla decarbonizzazione. Questo è quanto emerso dal convegno di Confindustria-Federbeton interamente dedicato alla transizione ecologica.
Durante il convegno, infatti, si fa presente che “l’industria è pronta a mettersi in gioco, ma il percorso non è privo di ostacoli: alla decarbonizzazione sono legati investimenti importanti e l’aumento dei costi di produzione. Il primo rischio è quello di perdere competitività rispetto alle industrie dei Paesi extra Ue, che non sono soggette alle stesse normative ambientali”.
Per questo motivo diventa fondamentale che “i meccanismi di protezione ipotizzati dalla commissione Europea entrino in funzione il prima possibile e con valori adeguati”. Federbeton ha quindi elaborato la “Strategia per la decarbonizzazione”, ossia un piano focalizzato sulla transizione ecologica e sugli obiettivi da raggiungere entro il 2030 e il 2050.
Tra le proposte avanzate, viene anche ipotizzata “l’adozione di tecnologie di transizione a ridotto impatto di CO2, l’applicazione su larga scala di tecnologie per la cattura della CO2 ad uno stato avanzato di maturità, secondo le indicazioni dell’Europa, con un impatto, in termini di investimenti, di circa 4 miliardi di euro per il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050″.
Roberto Callieri, presidente di Federbeton, ha poi affermato che l’intenzione della filiera del cemento e del calcestruzzo è quella di diventare uno dei protagonisti principali della transizione ecologica. Per poter fronteggiare questa sfida e raggiungere obiettivi così ambiziosi, le imprese si sono dette pronte all’avvio di un piano che prevede lo stanziamento di fondi per circa 4,2 miliardi di euro, senza contare tutti gli altri costi aggiuntivi, che ammontano a circa 1,4 miliardi di euro.
“Solo con adeguati e immediati strumenti di supporto si potrà impedire il depauperamento del tessuto industriale, preservare la competitività della filiera e scongiurare la delocalizzazione delle emissioni (quello della delocalizzazione delle aziende sembra infatti essere un rischio concreto). Occorre condividere una nuova cultura ambientale, basata sul dialogo e non più sulla contrapposizione preconcetta a qualsiasi scelta dell’industria”.
Il presidente di Federbeton ha poi aggiunto che l’attuazione di questo piano prevede degli enormi costi che dovranno essere sostenuti appunto dalle aziende. Quindi, assieme all’impegno del settore per la decarbonizzazione, Callieri chiede anche che ci sia un certo supporto da parte delle istituzioni, oltre ad un contesto economico e culturale favorevole all’attuazione della nuova strategia. “Senza adeguate e immediate misure di sostegno, l’industria del cemento è concretamente a rischio”.
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