Lo scorso mese Siracusa ha registrato un nuovo record di caldo europeo, 49,8° C. Le varie ondate di calore registrate hanno contribuito alla moltiplicazione degli incendi in vari paesi del Mediterraneo e persino in Russia.
Una bolla di caldo, poi, si è soffermata per diverso tempo sulle coste del Pacifico del Nord America, provocando un’alterazione del clima di Canada e Stati Uniti. Questi sono tutti eventi climatici estremi che originano dalla crisi climatica che stiamo vivendo ormai da qualche anno.
Tuttavia il cambiamento climatico agirà anche in senso opposto, quindi dobbiamo essere pronti ed aspettarci molto presto delle temperature glaciali. L’avviso è infatti stato diramato da alcuni scienziati che hanno studiato attentamente l’anomala ondata di gelo che a febbraio 2021 ha colpito il Texas e il confine tra Stati Uniti e Messico, evidenziando tutte le vulnerabilità della rete elettrica nazionale.
Fino ad oggi questi potevano essere considerati appunto come degli eventi anomali, “eccezionali”, ma se si guardano le stime dei prossimi anni possiamo vedere come siano destinati a diventare degli eventi abbastanza comuni.
Lo confermano anche alcuni scienziati, i quali hanno condotto uno studio, pubblicato poi sulla rivista scientifica Science, che analizza il freddo polare a latitudini inedite e il riscaldamento accelerato dell’Artico, mettendoli a confronto.
Il team ha scoperto che è proprio l’amplificazione artica, ossia il riscaldamento globale 3 volte maggiore rispetto a quello del pianeta che colpisce le regioni polari, a dare il via a questi crolli verticali delle temperature invernali nelle regioni situate molto più a Sud.
Ma come mai accade tutto ciò? Questo insieme di elementi nell’Artico aumenta la probabilità che i venti che ruotano sopra al Polo Nord, dando vita ad un fenomeno conosciuto come “vortice polare stratosferico artico“, aumentino la loro oscillazione verso sud.
Ciò, quindi, provocherebbe un aumento degli eventi climatici estremi negli Stati Uniti e in molte parti dell’emisfero boreale. “Quando il vortice polare è circolare – spiegano gli esperti – è un segno che tutta l’aria fredda è imbottigliata sopra l’Artico. Quandosi estende in questo modo, una parte va in Asia e una parte va verso il Nord America“.
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