Dalla Cina arriva la notizia di una fuga radioattiva da una centrale nucleare. La denuncia è stata fatta da un’azienda francese, proprietaria della centrale stessa, la quale ha avvertito di una “minaccia radioattiva imminente“.

Secondo il rapporto francese, la fuga di radiazioni è stata rilevata all’esterno della centrale nucleare di Taishan, nella provincia del Guangdong, e in questi giorni le autorità cinesi sono intervenuto innalzando i limiti consentiti di radiazioni in modo da non far chiudere l’impianto.

Come riportato da “Il Messaggero“, “avviato nel 2018, l’impianto di Taishan è stato il primo al mondo a far funzionare un reattore nucleare EPR di nuova generazione, un progetto ad acqua pressurizzata che è stato soggetto ad anni di ritardi in progetti europei simili in Gran Bretagna, Finlandia e Francia. L’intelligence ha trascorso l’ultima settimana a monitorare la situazione e si è giunti alla conclusione che il problema della centrale di Taishan potrebbe provocare un grande disastro“.

Per circa due settimane, però, pare che la Cina abbia sottovalutato il problema, riferendo che “gli indicatori ambientali all’interno e intorno all’impianto di Taishan erano normali”, alludendo quindi al fatto che non ci fosse alcuna anomalia nel funzionamento dell’impianto. “L’azienda francese ha riconosciuto oggi il problema e allo stesso modo anche il gigante energetico francese EDF ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che è stato rilevato un anomalo incremento dei gas nobili nel sistema di raffreddamento della centrale”.

Nel report del colosso francese si legge: “siamo stati informati dell’aumento della concentrazione di alcuni gas rari nel circuito primario del reattore numero 1 della centrale nucleare di Taishan, di proprietà e gestita da TNPJVC, una joint venture di CGN (70%) e EDF (30%)”. Inoltre nel comunicato è stato precisato che i gas nobili di cui è stato rilevato l’aumento comprendono elio, argon, krypton, xeno e neon.

In una dichiarazione fatta sul proprio sito web, poi, la compagnia cinese ha affermato che l’unità 1, ossia quella incriminata, funziona normalmente e che l’unità 2 è stata ricollegata alla rete subito dopo aver terminato la revisione.

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