Un mese dopo aver pubblicato ulteriori dati sulla sicurezza e l’efficacia del proprio prodotto, ora l’azienda tedesca BioNTech ha annunciato che a partire da giugno il suo vaccino, prodotto assieme a Pfizer, sarà disponibile anche per i ragazzi di età compresa tra i 12 e i 15 anni.
Ugur Sahin, amministratore delegato dell’azienda, durante un’intervista al settimanale Der Spiegel ha spiegato di essere “nella fase finale” della preparazione per poter poi fare domanda per l’approvazione da parte dell’Ema (Agenzia europea per i farmaci). Sahin ha poi aggiunto che la valutazione dei test svolti “richiede in media dalle 4 alle 6 settimane“.
I dati del trial clinico (su 2.260 giovani) raccolti a fine marzo evidenziano che il vaccino è “efficace al 100% nel prevenire la malattia sintomatica e innesca una risposta immunitaria anche più robusta di quella vista nei giovani adulti“. Per il momento il vaccino Pfizer-BioNTech, ideato basandosi sulla tecnologia a mRNA, ha ottenuto l’approvazione per uso emergenziale dai 16 anni in su.
Pfiizer ha inoltre iniziato a sperimentare il siero anche sulle fasce d’età dei più piccoli. E in quest’ottica Jens Spahn, ministro della Salute tedesco, ha annunciato che la Germania stima di poter cominciare a vaccinare i bambini di età superiore ai 12 anni già a partire dalle prossime vacanze estive (ammesso sempre che il vaccino ottenga l’approvazione da parte dell’Ema).
“Al più tardi durante le vacanze estive saremo in grado di vaccinare i bambini di età superiore ai 12 anni una volta che l’autorizzazione sarà disponibile”, ha affermato infatti il ministro Spahn. Al momento la maggior parte dei vaccini sviluppati e testati per combattere il Covid-19 sono rivolti agli adulti, in quanto presentano un rischio maggiore di contrarre e manifestare in maniera grave la malattia.
Tuttavia molti continuano a sostenere che la vaccinazione dei più piccoli sia necessaria per fermare la pandemia, in quanto i bambini rappresentano un veicolo con il quale il virus continua a circolare. Inoltre ciò consentirebbe di riaprire le scuole, almeno quelle dei gradi più alti, per tornare gradualmente a condurre una vita il più normale possibile.
Secondo quanto sostenuto dall’azienda, i ragazzi che hanno ricevuto il vaccino hanno manifestato (in particolare dopo la seconda dose) gli stessi sintomi manifestati anche dagli adulti dopo aver ricevuto una dose, ossia:
- dolore al sito di iniezione;
- febbre;
- raffreddamento;
- affaticamento.
Il fatto che la ricerca stesse puntando alla prevenzione anche per le fasce più giovani era ormai noto. Nelle scorse settimane infatti Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases e consigliere della Casa Bianca, aveva addirittura dichiarato che per l’inizio del prossimo anno scolastico ci sarebbe stata la possibilità di vaccinare anche gli alunni della prima elementare.
Questa dichiarazione in realtà è stata fatta dopo l’annuncio da parte di un’altra statunitense, Moderna, la quale ha affermato di aver iniziato la sperimentazione di un vaccino a mRNA rivolto proprio ai ragazzi di età compresa tra i 12 e i 17 anni.
Inoltre la stessa azienda ha affermato di voler rafforzare la produzione globale del proprio vaccino contro il Sars-CoV-2, in modo da raggiungere i 3 miliardi di dosi nel 2022. Moderna prevede infatti di fornire tra gli 800 milioni e il miliardo di dosi entro quest’anno, ma continua a guardare avanti perché gran parte del mondo avrà ancora bisogno di grandi forniture di vaccino il prossimo anno.
Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna, ha dichiarato: “osservando la rapida diffusione delle varianti Sars-CoV-2, che destano preoccupazione, crediamo che continuerà ad esserci un bisogno significativo del nostro vaccino a mRNA contro il Covid-19 e dei nostri candidati booster delle varianti nel 2022 e 2023″.
“I governi ci informano che non c’è nessuna tecnologia che fornisce lo stesso livello di efficacia dei vaccini a mRNA e la velocità necessaria per adattarsi alle varianti, pur consentendo un’affidabile modulabilità della produzione. Oggi abbiamo annunciato che i nostri investimenti in Europa (Belgio, Francia e Spagna), Svizzera e Stati Uniti ci permetteranno di consegnare fino a 3 miliardi di dosi nel 2022, tra primi vaccini e richiami per varianti”.
Ad ora il vaccino, basato sulla tecnologia a mRNA, ha ottenuto l’approvazione per il suo utilizzo per gli adulti in Europa, negli Stati Uniti e in molti Paesi. Ora l’azienda attende i risultati di uno studio statunitense condotto su bambini di 12-17 anni, ma ha anche iniziato a somministrare le dosi nei bambini di età inferiore.
Inoltre dall’azienda fanno sapere che la stessa non si sta solo impegnando per cercare di inserire un secondo richiamo per le varianti più problematiche, come ad esempio quella sudafricana e quella brasiliana, così da poter fornire una maggiore copertura, ma sta anche ideando un vaccino multivalente.
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