L’energia ottenuta da biomasse è una fonte di energia pulita e rinnovabile e contribuisce attivamente alla diminuzione dell’utilizzo delle fonti fossili. Si tratta, in particolare, dell’energia prodotta partendo da materiali di origine organico-vegetale, come alghe marine, piante, legno, rifiuti organici vegetali o anche scarti di lavorazione dell’industria agro-alimentare, residui delle attività agricole o forestali e scarti dell’allevamento da bestiame.
Tutti questi materiali che compongono le biomasse, poi, vengono bruciati all’interno di una camera di combustione di una centrale apposita. Il calore generato da questo processo verrà utilizzato per la produzione di energia elettrica oppure verrà convogliato per il suo utilizzo diretto come fonte di riscaldamento.
Più in dettaglio, le biomasse utilizzate per la produzione di energia elettrica sono composte da materiali di scarto, i quali vengono riconvertiti tramite diversi processi chimici, biochimici o termici. Nell’istante in cui vengono bruciate, infatti, queste biomasse emetteranno una quantità di CO2 pari a quella che verrebbe rilasciata normalmente in natura durante il processo di fotosintesi.
Quindi, nel momento in cui viene rilasciato calore, questo permette l’evaporazione dell’acqua presente nel circuito termodinamico. Successivamente il vapore viene convogliato verso delle turbine e le aziona per dare finalmente il via al processo di produzione di energia, la quale potrà essere utilizzata sia dagli impianti domestici che industriali.
Cosa sono le biomasse?
Le biomasse sono considerate a tutti gli effetti delle fonti rinnovabili perché il loro tempo di sfruttamento corrisponde a quello che impiegano per rigenerarsi. Inoltre la loro combustione favorisce l’immissione della CO2 nell’ambiente che era stata precedentemente sottratta dalle biomasse stesse.
Attualmente oltre il 15% del fabbisogno energetico mondiale viene coperto dalle centrali a biomassa e un fattore positivo è che questo settore sta subendo uno sviluppo continuo, grazie soprattutto ai finanziamenti da parte delle multinazionali che continuano a investire nella ricerca di tecnologie sempre più innovative. Inoltre il settore consentirà un aumento dell’occupazione, perché proprio in questi anni si sta puntando alla formazione di personale specializzato nella gestione degli impianti.
La recente attenzione nei confronti dell’ambiente e dei vari cambiamenti climatici ha fatto sì che la ricerca puntasse sempre più alla scoperta di nuove tecnologie che consentano di sfruttare al meglio le fonti rinnovabili presenti sul nostro pianeta, e proprio per questo motivo questo settore sarà tra quelli su cui si investirà maggiormente in futuro.
Come funzione una centrale a biomassa?
Come per tutte le altre fonti di energia, la produzione di energia partendo da biomasse deve avvenire in appositi impianti di produzione, che sono appunto le centrali a biomassa. In queste centrali è appunto possibile produrre energia elettrica partendo da una qualsiasi delle fonti citate in precedenza. All’interno di queste centrali, le materie destinate alla combustione vengono prima radunate e poi, se necessario, inviate a dei macchinari che ne riducono le dimensioni.
Il prodotto di questo processo è detto cippato e consiste in un accumulo di piccole scaglie ottenute dal materiale di partenza. A seguito di questa trasformazione, il cippato viene inviato alla camera di combustione dove il calore liberato fa sì che l’acqua contenuta nel circuito termodinamico possa evaporare. Sarà poi proprio questo vapore a far ruotare delle turbine che azionano un generatore in grado di produrre energia elettrica.
In seguito un trasformatore provvede ad aumentarne la tensione prima che questa venga immessa nel sistema. Alla fine di questo processo, il vapore acqueo proveniente dalla turbina si ritrasforma in liquido all’interno del condensatore e da qui viene inviato nuovamente al serbatoio di deposito per poi ripetere il ciclo.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi?
Le biomasse presentano, come qualsiasi altro settore, dei vantaggi e degli svantaggi che bisogna conoscere e tenere sempre a mente prima dell’installazione degli impianti, perché se è vero che si tratta comunque di una fonte ecologica, è vero anche che il prezzo per la costruzione di questi impianti è abbastanza elevato.
Uno dei vantaggi principali delle biomasse è dato sicuramente dall’ecosostenibilità e quindi il fatto che si tratti di una fonte continuamente rinnovabile, permette al tempo stesso un sempre minor utilizzo dei combustibili fossili (che naturalmente rappresenta un enorme vantaggio per l’ambiente stesso). Inoltre la combustione di queste biomasse, costituite prevalentemente da materiale di scarto, consente anche di risolvere il problema del loro stoccaggio e della loro distruzione tramite inceneritori.
Tutto ciò implica una netta diminuzione del riscaldamento globale, perché non si vanno ad aumentare i livelli naturali di anidride carbonica. Infatti, anche se durante la combustione delle biomasse si ha la liberazione di gas serra come ad esempio la CO2, questa corrisponde alla stessa identica quantità che la pianta ha prelevato dal terreno durante la sua crescita. Questo invece non avviene con la combustione delle fonti fossili, che causa il rilascio di numerose sostanze inquinanti precedentemente imprigionate nel sottosuolo.
Poi bisogna anche tener conto del fatto che le biomasse sono ampiamente presenti nell’ambiente, infatti per la produzione di energia possono essere usati anche i rifiuti organici sotto forma di foglie morte, alberi ed erba, oppure le carcasse di animali e persino i loro escrementi. Quindi tutto ciò, anziché essere accumulato in una discarica, finisce in una centrale per la produzione di energia.
Come precedentemente affermato, questa fonte presenta anche degli svantaggi. Uno di questi è proprio il costo dei trattamenti a cui le biomasse devono essere sottoposte prima di poter giungere alla loro combustione per poter eliminare l’umidità residua. Se messi a confronto, si può notare che in realtà il costo per la produzione di energia partendo da biomasse è molto più alto rispetto a quello derivante dall’utilizzo delle fonti fossili, ma ovviamente non ci sono paragoni in termini di impatto ambientale.
Inoltre l’utilizzo delle biomasse può celare l’insidia della deforestazione, perché per ottenere una grande quantità di energia è necessaria anche una grande quantità di materiale. Diventa quindi indispensabile una gestione sostenibile delle risorse forestali, in modo tale che anche procurandosi del materiale legnoso da queste, ciò non vada ad alterare l’equilibrio dell’ecosistema. Non si possono togliere troppi spazi ai territori destinati a coltivazioni alimentari, ma attraverso la cultura della valorizzazione dello scarto agricolo si può sopperire a questa mancanza.
Quali sono i costi dell’energia prodotta da biomasse?
Come già affermato, anche se alla fine dei conti gli impianti a biomasse consentono di risparmiare sulla bolletta elettrica, i costi di installazione sono davvero elevati. Ma questo non è tutto, perché bisogna anche verificare le caratteristiche dell’abitazione, soprattutto in un’ottica di efficienza termica passiva. Infatti se, ad esempio, un immobile perde fin troppo calore, è del tutto inutile procedere con l’installazione di un impianto così sofisticato come quello a biomasse.
I costi dell’energia, poi, dipendono dalla tipologia degli impianti stessi e dalle utenze servite. Ad ogni modo la produzione di energia elettrica passa da quella termica e attualmente gli impianti che possono essere realizzati sono 3:
- impianti a biomassa generatori di calore, nei quali la biomassa viene utilizzata per produrre direttamente calore e ne fanno parte i termocamini e le stufe;
- impianti a biomassa termoconvettori, nei quali la biomassa viene utilizzata per riscaldare un liquido che a sua volta serve per la creazione di calore, e tra questi impianti vi sono le caldaie a biomassa;
- impianti a biomassa con sistema radiante, ossia il cosiddetto pavimento radiante.
Le spese da sostenere per la costruzione di questi impianti sono molto elevati, ma ogni anno è possibile usufruire della detrazione fiscale, solitamente in dieci periodi di imposta, fino a una percentuale pari a oltre il 50% dei costi complessivi per la riqualificazione energetica dell’immobile, categoria di cui fa parte anche l’installazione degli impianti a biomasse.
A chi bisogna rivolgersi per l’installazione degli impianti?
Prima ancora che l’impianto venga installato, bisogna innanzitutto acquistarlo. La questione risulta abbastanza semplice se si tratta di stufe a pellet e a legna, ma nel caso delle caldaie il quadro si fa leggermente più complesso perché la biomassa non è di certo la fonte di energia maggiormente presa in considerazione. Per questo motivo bisognerebbe rivolgersi a dei rivenditori specializzati o, nel maggiore dei casi, direttamente ai produttori.
L’installazione poi avviene in un secondo momento ad opera di imprese di impiantistica specializzate nelle energie rinnovabili. Ad ogni modo, per fornire un dato indicativo circa le spese da sostenere per l’installazione di una caldaia a biomassa, per una caldaia alimentata automaticamente la cifra può raggiungere anche i 12mila euro. Se si sceglia una caldaia alimentata a mano, invece, i costi si abbassano parecchio e l’installazione in questo caso costerebbe circa 5mila euro.
Le caldaie a biomassa possono avere un costo compreso tra i 14mila e i 19mila euro, se si tratta di caldaie a pellet alimentate automaticamente. Il costo, inoltre, include l’installazione di una canna fumaria, un deposito di carburante e l’IVA. Un consiglio utile, in questi casi, è sempre quello di richiedere prima dei preventivi a diverse ditte specializzate nel settore, al fine di confrontare non solo il prezzo finale ma anche le tempistiche di installazione e i servizi accessori offerti.
Proprio perché si tratta di interventi che richiedono non poca esperienza e competenza nel settore delle rinnovabili, è bene rivolgersi esclusivamente ad aziende multinazionali che investono tempo e denaro in questo genere di attività, oppure a realtà più piccole ma che incentrano il loro sviluppo proprio su questi servizi, ponendolo come core business principale.
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