In questi giorni è arrivato un nuovo allarme sul fronte dei vaccini, a conferma che il mondo scientifico continua a nutrire alcuni legittimi dubbi circa l’efficacia e la sicurezza dei vaccini sviluppati e approvati sino ad ora per la lotta al Covid-19.
Il comitato per la sicurezza (Prac) dell’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, infatti ha recentemente inviato una revisione per la valutazione di alcuni casi di trombosi riportati in soggetti da poco vaccinati con il siero prodotto dalla casa farmaceutica Johnson&Johnson.
Ora il rischio maggiore per il farmaco in questione sembra essere quello di finire sul banco degli imputati assieme al vaccino prodotto invece da AstraZeneca, in collaborazione con l’Università di Oxford, e per il quale non è stata ancora presa una posizione definitiva.
Nella nota inviata dall’Ema si legge: “Dopo la vaccinazione con il Janssen sono stati segnalati quattro casi gravi di coaguli di sangue insoliti con piastrine basse. Un caso si è verificato in uno studio clinico e tre durante la campagna vaccinale negli Stati Uniti. Uno di questi è stato fatale”.
Questi primi dati raccolti hanno subito fatto scattare un campanello d’allarme ed ha spinto l’Agenzia europea a indagare più a fondo per avere maggiori informazioni a riguardo. Proprio perché non si hanno ancora sufficienti dati, l’Ema ha consigliato di non trarre conclusioni affrettate.
L’agenzia ha infatti aggiunto che “il Prac si è attivato per approfondire questi casi e deciderà se potrà essere necessaria un’azione normativa, che di solito consiste in un aggiornamento delle informazioni sul prodotto“. Per il momento il vaccino prodotto da Johnson&Johnson viene utilizzato solo su territorio statunitense e per uso emergenziale.
La somministrazione del farmaco in questione, infatti, non è ancora iniziata nei Paesi membri dell’Ue ma è attesa per le prossime settimane, salvo appunto nuovi colpi di scena che potrebbero rimandarne l’utilizzo. Ma la casa farmaceutica Johnson&Johnson non è l’unica ad aver avuto problemi in questi giorni.
Anche AstraZeneca, infatti, sta incontrando l’ennesimo ostacolo. Pare che il Prac abbia avviato una revisione per valutare i casi riportati di sindrome da perdita capillare in persone che hanno ricevuto il vaccino anglo-svedese.
Nel database europeo sono stati riportati 5 casi di questo disturbo abbastanza raro, caratterizzato dalla fuoriuscita di liquido dai vasi sanguigni, con conseguente gonfiore dei tessuti interessati e calo della pressione. Anche in questo caso non è stata ancora confermata l’eventuale correlazione con il vaccino, ma sono ancora in corso degli approfondimenti.
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