In Giappone è stata individuata una nuova variante del coronavirus in un ospedale a Tokyo e questa sembrerebbe in grado di ridurre l’efficacia dei vaccini fino ad ora sviluppati. Ad annunciarlo è stato il canale pubblico Nkh, affermando anche che la variante, già denominata E484K, è stata rilevata in 10 dei 14 pazienti sotto esame in un ospedale della capitale durante il mese di marzo.

Alcune fonti riferiscono che per quasi due mesi, fino a marzo scorso, ben 12 pazienti Covid su 36 sono stati infettati, pur non avendo compiuto viaggi all’estero o avuto contatti con soggetti risultati positivi al nuovo ceppo. La notizia si è diffusa proprio mentre nel Paese si registrava una nuova impennata di casi, soprattutto nella città di Osaka e in altre due prefetture dell’arcipelago, Miyagi e Hyogo,dove proprio in questi giorni sono entrare in vigore delle nuove restrizioni, simili a quelle adottate a Tokyo circa due settimane fa.

Come riportato dal Corriere della Sera, in un’audizione parlamentare il premier Yoshihide Suga ha cercato di stemperare un po’ i toni e di rassicurare la popolazione, affermando che non vi è nessuna quarta ondata imminente. Meno rassicuranti sono state invece le parole del capo della commissione medica, il quale non ha del tutto escluso che l’impennata di casi registrata a Osaka non possa riproporsi anche a Tokyo.

Koji Wada, professore dell’Università di Tokyo, ha affermato: “la quarta ondata sarà più diffusa. Dobbiamo iniziare a discutere come estendere a Tokyo delle misure specifiche”. Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore associato di malattie Infettive all’Università di Roma Tor Vergata, sostiene che “in attesa di dati scientifici certi sulla variante E484K e sulla sua eventuale resistenza ai vaccini, c’è in generale grande preoccupazione rispetto alle mutazioni del virus Sars-CoV-2 e la necessità di attuare un forte monitoraggio”.

Anche il virologo Roberto Burioni, dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha  invitato ad approcciarsi alla vicenda con estrema cautela e in un tweet ha scritto: “Vaccini e varianti. No al varianterrorismo. I vaccini funzionano”.

Sul capitolo delle varianti, Massimo Andreoni ha poi aggiunto: “è ormai una corsa contro il tempo. Più il virus circola, più tende a mutare e a dare luogo a nuove varianti. L’unica strategia dunque è quella di bloccare il prima possibile la circolazione del virus e per fare questo la vera arma di cui disponiamo è la vaccinazione. Dunque, è fondamentale in questo momento velocizzare il più possibile la campagna di vaccinazione, per immunizzare il maggior numero di persone in tempi rapidi, bloccare il virus e impedire così che origini altre mutazioni“.

Più dure sono state invece le parole del virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università Statale di Milano, secondo il quale “ci vuole un monitoraggio ferreo e va valutata una sospensione più generalizzata dei voli aerei se fosse confermata l’ulteriore espansione delle nuove varianti”. Infatti al momento in Italia, stando ai dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità, la variante inglese sembra essere quella predominante, con una diffusione dell’86,7% e valori che oscillano tra le regioni tra il 63,3% e il 100%. La variante brasiliana presenta una diffusione del 4%, con oscillazioni tra lo 0 e il 32% tra le regioni, mentre altre varianti registrate presentano una diffusione dello 0,5%.

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