Alcuni Paesi europei hanno sospeso la somministrazione del vaccino prodotto da AstraZeneca, in collaborazione con l’Università di Oxford, in via precauzionale mentre attendono un nuovo parere dell’Ema, che dovrebbe arrivare già entro giovedì dopo le due riunioni previste nella giornata di oggi e domani.

Si tratta di una sospensione coordinata che ha coinvolto Francia, Spagna, Germania e Italia, facendo così salire a 13 il numero degli Stati membri che hanno deciso di sospendere momentaneamente la somministrazione del vaccino in questione dopo diversi casi registrati di tromboembolia in soggetti che avevano ricevuto la prima delle due dosi previste.

A questo elenco di Paesi si è poi aggiunto anche il Portogallo, ma alcune fonti continuano a sostenere che si tratta solo di una precauzione e non di un allarme. In ogni caso, la campagna vaccinale è stata rallentata da questa sospensione, quindi per il momento non resta altro che attendere che l’Agenzia europea del farmaco analizzi la questione e fughi ogni dubbio riguardo un possibile nesso di causalità (sebbene un nesso temporale sia già evidente).

L’ente regolatore continua a sostenere che “rimane attualmente dell’opinione che i benefici del vaccino nella prevenzione del Covid-19, con il rischio di ospedalizzazione e morte associato alla malattia, superano i rischi di effetti collaterali” che possono eventualmente essere correlati. Inoltre anche l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) continua a spingere affinché le somministrazioni continuino.

Tuttavia, mentre il Regno Unito continua ad inoculare le dosi previste, molti Paesi Ue frenano. Infatti, dopo l’annuncio della sospensione da parte di Austria e Danimarca, e di altri Paesi durante lo scorso weekend, ora anche quattro “big” hanno affermato di voler bloccare momentaneamente le somministrazioni, sottolineando che si tratta solo di una sospensione momentanea e precauzionale che riguarda solo alcuni lotti, due dei quali distribuiti anche in Italia.

Dopo una rapida consultazione tra le cancellerie europee, lo stop di Germania, Italia (che entro settembre dovrebbe ricevere circa 40,16 milioni di dosi), Francia e Spagna è arrivato quasi simultaneamente nei confronti di AstraZeneca, che era già finita nel mirino di Bruxelles a seguito dell’annuncio del taglio delle dosi previste per il prossimo trimestre e per il caso dell’export verso l’Australia.

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