Ora grazie a un sistema innovativo è possibile produrre energia elettrica dai rifiuti e usare il surplus fotovoltaico ed eolico per produrre carburante. Le celle a ossido solido (o SOC) consentono di effettuare in maniera alternata entrambe queste funzioni.
Si tratta di una tecnologia intrinsecamente reversibile che, a seconda delle esigenze, può essere utilizzata in modalità “elettrolisi“, per produrre combustibile gassoso, oppure in modalità “fuel cell“, per generare appunto elettricità. Le SOC sono dei dispositivi che possono essere utilizzati a tempo pieno e ciò consente di effettuare meno avviamenti e arresti.
Il nuovo progetto europeo Waste2GridS – W2G, Rifiuti per le Reti, si è focalizzato proprio su questa tecnologia innovativa. W2G, condotto da ENEA assieme al Politecnico di Losanna EPFL, l’Università tecnica della Danimarca e il gruppo industriale Solidpower, ha chiuso proprio in questi giorni i lavori di ricerca portando ad un livello del tutto nuovo la tecnologia rSOC (dove la “r” indica la reversibilità del sistema).
Come hanno spiegato due ricercatori dell’ENEA, Alessandro Agostini e Claudio Carbone, questa soluzione è in grado di fornire un sistema molto efficace di accumulo per le rinnovabili non programmabili “consentendo di valorizzare l’eccesso di produzione e di migliorare la gestione e la stabilità del sistema elettrico“. Inoltre ciò consentirà anche di produrre energia elettrica partendo dai rifiuti organici, valorizzando così gli scarti organici.
Il lavoro portato avanti dal team italiano si è concentrato principalmente sulla valutazione delle potenzialità della tecnologia rSOC a livello nazionale. L’analisi è stata focalizzata innanzitutto sulle quattro regioni chiave del sud Italia, ossia Puglia, Calabria, Molise e Basilicata, che insieme rappresentano la zona di mercato per l’energia elettrica denominata SUD.
Agostini e Carbone hanno poi aggiunto: “attualmente l’energia elettrica in eccesso di queste regioni viene trasferita nel resto d’Italia, ma con la progressiva penetrazione di eolico e fotovoltaico nel mix energetico nazionale, la sovrapproduzione diventerà sempre più complessa da gestire con il rischio di rallentare la diffusione e lo sfruttamento delle fonti rinnovabili. Gli innovativi sistemi rSOC consentirebbero di utilizzare questa sovrapproduzione e, in combinazione con lo sfruttamento dei rifiuti organici, di produrre biometano“.
Proprio su questa tematica i ricercatori del Dipartimento di Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili (TERIN) ell’ENEA, hanno pubblicato un articolo scientifico su Frontiers in Energy Research dal titolo: “Potential deployment of reversible solid-oxide cell systems to valorise organic waste, balance the power grid and produce renewable methane: a case study in the Southern Italian Peninsula”.
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